Ente di Patronato e di Assistenza Sociale
Via Giovanni Giolitti, 212/C - 00185 Roma
Tel. 06.4818918 - Fax 06.48976812 - [email protected]
Numero Verde 800 029661

 I Vostri diritti sono i Nostri doveri!

»Home »News
»Chi siamo »link utili
»Attività »Cookie Policy
»Privacy Notice
WISTLEBLOWING Amministrazione Trasparente
mercoledì 15 maggio 2024    Italiano Francese English Spagnolo Tedesco
x-CHIUDI
Indietro  Stampa  Stampa PDF    A | A | A |
Torna indietro    da "REDAZIONE EPAS" del 28/10/2014

IL SUD SEMPRE PIÙ IN DIFFICOLTÀ
img

“Intervenire in maniera decisa ed efficace sul lavoro è una priorità assoluta per il Paese –afferma Denis Nesci, Presidente Nazionale del Patronato Epas- ed è assolutamente necessario fare in modo che le misure adottate tengano conto delle zone particolarmente in difficoltà. Fare sì che il Meridione conosca una stagione di crescita e di sviluppo –prosegue Nesci- non significa favorire una zona piuttosto che un’altra, ma semplicemente fare in modo che l’Italia non sia più un Paese a due velocità. Lo sviluppo del Sud rappresenterebbe senza ombra di dubbio un enorme beneficio per tutti i cittadini della Penisola”.

Il rapporto Svimez (Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno) fa suonare un nuovo, preoccupante campanello d’allarme per il Paese: i numeri trasmessi dallo studio in questione presentano dati a dir poco drammatici, i cui effetti potrebbero essere imprevedibili se non si provvederà subito a porre un rimedio deciso alla situazione. L’espressione immediata utilizzata per descrivere il quadro globale del Meridione è “desertificazione umana, sociale e industriale”, parole forti che illustrano in maniera impietosa una realtà sempre più complessa e che sottolineano la crisi demografica, occupazionale e produttiva del Sud.

I numeri relativi all’indagine sono per certi versi impressionanti, se si pensa ad esempio che nel 2013 al Sud ci sono stati più decessi che nascite, fenomeno demografico atipico e verificatosi in anni come il 1867 e il 1918, ossia immediatamente successivi a due guerre; il numero di nati si è inoltre arrestato a 177 mila, facendo registrare il record negativo dai tempi dell’Unità d’Italia, ossia dal 1861. Drammatici anche i dati dell’emigrazione, con 116 mila abitanti che, nel solo 2013, hanno lasciato il natio Mezzogiorno per vivere altrove. D’altro canto, l’industria continua ad essere il settore in maggior sofferenza, con un calo di investimenti in cinque anni di crisi pari al 53% e una diminuzione di addetti del 20%; negli ultimi cinque anni sono crollati anche i consumi delle famiglie, che hanno fatto registrare un calo del 13%. Per quel che concerne il capitolo disoccupazione, gli occupati sono soltanto 5,8 milioni: mai erano stati così pochi, almeno da quando sono disponibili le serie storiche basi di dati, cioè dal 1977.

“L’Italia e il Sud non meritano questi numeri, questa realtà, questa situazione –sostiene il Presidente Nazionale del Patronato Epas- e siamo sicuri che le cose sono destinate a cambiare per il meglio. Certo, nessuno può pensare che i cambiamenti avverranno da soli: occorre più che mai un impegno pieno e deciso da parte di tutti, dalle Istituzioni alle imprese, dai cittadini alle amministrazioni locali, per invertire la rotta. Innanzitutto servono politiche mirate di crescita e sviluppo, con provvedimenti ad hoc in grado di far ripartire il lavoro e di valorizzare una terra splendida che tutto il mondo ci invidia. La riqualificazione del patrimonio artistico e naturale del Sud rappresenta una sfida che riguarda tutta l’Italia, così come la rinascita urbana e la capacità di creare una rete proficua di scambio fra le diverse regioni, comprese quelle del Centro e del Nord. Solo se il Paese riscoprirà una fondamentale unità d’intenti –conclude Denis Nesci- sarà possibile voltare pagina e guardare con rinnovata fiducia al futuro”.

 


Ascolta Ascolta questo testo: (voce maschile) | (voce femminile)
ATTENZIONE! Essendo una versione beta, questo lettore
potrebbe non funzionare correttamente con alcune news


FNA Il Patronato EPAS è un servizio della FNA - Federazione Nazionale Agricoltura