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Ricongiungimenti più facili
Il decreto legislativo
approvato ieri abroga il Testo unico contenuto nel Dpr 54/02 sul soggiorno dei
cittadini Ue. E insedia al suo posto un sistema che dovrebbe ridurre le
formalità per i cittadini comunitari. Così, viene ampliata la sfera dei
familiari con diritto al ricongiungimento. È riconosciuto al coniuge e al
partner legato da un’unione registrata se equiparata al matrimonio, ai figli
fino a 21 anni o a carico e ai genitori a carico, anche del coniuge e del
partner; gli Stati Ue devono poi “agevolare” l’ingresso e il soggiorno di “ogni
altro familiare, qualunque sia la sua cittadinanza”, se è a carico o convive,
nel Paese di provenienza, con il cittadino europeo titolare del diritto di
soggiorno o se “gravi motivi di salute” impongono che il cittadino europeo lo
assista personalmente; corsia preferenziale anche per il ricongiungimento del
partner, con il quale il cittadino europeo abbia una relazione stabile,
“debitamente attestata dallo Stato del cittadino dell’Unione”. I diritti di
ingresso e di soggiorno possono essere limitati solo per motivi di ordine
pubblico o di pubblica sicurezza. Se per entrare in Italia il cittadino europeo
deve avere un documento di identità valido per l’espatrio, ai familiari extra-Ue
è richiesto un passaporto valido. Il diritto di soggiorno è invece articolato su
due livelli: fino a tre mesi, non sono richieste formalità; il soggiorno per più
di tre mesi deve invece essere “giustificato” da esigenze di lavoro o di
formazione, oppure da risorse economiche sufficienti. Ma il decreto legislativo
apre anche al diritto di soggiorno permanente, che i cittadini europei – e i
familiari extracomunitari – conquistano dopo aver “soggiornato legalmente e in
via continuativa per cinque anni nel territorio nazionale”. Il diritto di
soggiorno permanente svincola i cittadini Ue e i loro familiari dalle condizioni
previste per chi soggiorna fino a tre mesi e fa cadere i limiti alla
conservazione del diritto di soggiorno, anche nel caso di divorzio, per i
familiari dei cittadini Ue. È poi compito del Comune di residenza rilasciare al
cittadino Ue l’attestato di “titolare del diritto di soggiorno permanente”.
Mentre ai familiari extracomunitari la Questura rilascerà la “Carta di soggiorno
permanente per i familiari di cittadini europei”.
Trasporto aereo
Primo sì per lo schema di decreto
legislativo di attuazione della direttiva 2004/82/Ce, che regola l’obbligo, le
condizioni e le modalità per la comunicazione anticipata da parte dei vettori
aerei dei dati sulle persone trasportate. Un’approvazione “salvo intesa”, che
sarà cercata nel corso di una riunione tecnica in programma lunedì. Tra i punti
da chiarire, l’identificazione delle Autorità, oltre alla Polizia di frontiera,
cui inviare i dati. Il provvedimento, acquisiti i pareri del Garante della
privacy e delle commissioni parlamentari, dovrà poi tornare a Palazzo
Chigi.