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Torna indietro    da "IL SOLE 24 ORE" del 02/04/2007

Spese sportive dei figli: le istruzioni per la detrazione del 19%
Sono operative le disposizioni della Finanziaria per il 2007 che prevedono agevolazioni fiscali per favorire la pratica sportiva dei giovani: è stato firmato il decreto ministeriale che detta le regole da rispettare per usufruire della possibilità, prevista dal comma 319 dalla manovra di fine anno, di portare in detrazione il 19% delle spese sostenute per l’iscrizione annuale e l’abbonamento dei ragazzi dai 5 ai 18 anni ad associazioni sportive, palestre, piscine e altre strutture e impianti sportivi destinati alla pratica sportiva dilettantistica. Il tetto massimo della spesa sul quale effettuare la detrazione è fissato dalla normativa in 210 euro l'anno. Il decreto è stato presentato a Roma dai ministri per le Politiche giovanili Giovanna Melandri e dal ministro per le Politiche per la famiglia Rosy Bindi. «Abbiamo fatto una corsa - sottolinea il ministro Melandri - insieme al ministero delle Finanze, per dare attuazione a questa norma, alla quale attribuiamo un grande valore culturale e pratico. Ora occorre far sapere alle famiglie che c'è questa possibilità, e che devono conservare le ricevute dei pagamenti delle palestre per
poter usufruire dell'incentivo fiscale». La norma, assicura il ministro Rosy Bindi, «inciderà in modo significativo e positivo sui bilanci dei nuclei familiari e ne rafforzerà la responsabilità educativa». Ecco, nel dettaglio, le linee guida da rispettare per usufruire della detrazione.

Paletti
La spesa sportiva deve essere certificata dal bollettino bancario o postale, da fattura, ricevuta o quietanza di pagamento con la chiara indicazione della ditta, denominazione o ragione sociale, sede legale o, se persona fisica, del nome, cognome e residenza e del codice fiscale. Devono essere chiaramente indicati la causale di pagamento, l’attività sportiva esercitata, l’importo corrisposto per la prestazione resa, i dati anagrafici di chi pratica l’attività sportiva e il codice fiscale di chi effettua il pagamento.

Da quando usufruirne
La detrazione opera per tutte le spese sostenute nel 2007 che si potranno detrarre dalla dichiarazione dei redditi per le persone fisiche nel 2008. È fondamentale chiedere e conservare le ricevute e le certificazioni dei pagamenti effettuati.

Associazioni sportive e palestre
Il decreto del ministero per le Politiche giovanili, elaborato di concerto con il ministero dell’Economia, ha optato per una definizione ampia di pratica sportiva. Per «associazioni sportive» si intendono le società e le associazioni sportive dilettantistiche menzionate dall’articolo 90, commi 17 e seguenti, della legge 289/2002, che abbiano nella propria denominazione sociale l’espressa indicazione della finalità sportiva e della ragione o denominazione sociale dilettantistica. Per «palestre, piscine e altre strutture e impianti sportivi destinati alla pratica dilettantistica» si intendono tutti gli impianti, comunque organizzati, destinati all’esercizio della pratica sportiva non professionale, agonistica e non agonistica, compresi gli impianti polisportivi gestiti, anche in forma diversa dalle associazioni sportive, da soggetti pubblici o privati, anche in forma di impresa, individuale o societaria, secondo le norme del codice civile.

I rischi della sedentarietà
Lo scopo della norma è quello di favorire la pratica sportiva. Il 40% della popolazione (circa 23 milioni) non pratica alcuna attività fisica, mentre circa 12 milioni di italiani, pari al 20% della popolazione, fanno sport. Di questi due terzi dei giovani fra gli 11 e i 14 anni pratica sport una o più volte a settimana. In Italia, spiegano i dati forniti dal ministero per le Politiche giovanili, negli ultimi tempi è stato registrato un calo della pratica continuativa nei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni e della pratica saltuaria, lasciando il posto alla sedentarietà. Proprio in Italia, inoltre, sta avanzando in modo costante il fenomeno dell’obesità: dal 1994 al 1999 gli obesi sono aumentati del 25%, tanto che oggi 4 milioni di italiani sono obesi. Il fenomeno non risparmia i bambini, visto che uno su cinque è obeso. L'obesità costa al Servizio sanitario nazionale di 22,8 miliardi di euro, ed è in gran parte legato alle spese di ospedalizzazione.


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