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Torna indietro    da "IL SOLE 24 ORE" del 21/10/2008

Così crescerà il reddito dei pensionati attivi
Da poco più di 1500 fino a 27mila euro, l’equivalente di un anno intero di pensione. I maggiori introiti saranno molto variabili, ma di sicuro per tutti i titolari di assegni di anzianità che hanno anche redditi da lavoro l’anno prossimo sarà più ricco per l’eliminazione – dal 1° gennaio 2009 – delle trattenute. La novità è arrivata con l’articolo 19 della legge 133/2008 (manovra d’estate) che ha definitivamente abolito il divieto di cumulo. Il provvedimento persegue il duplice obiettivo di eliminare da un lato le sperequazioni esistenti tra le diverse categorie di pensionati e combattere al tempo stesso il lavoro nero, soprattutto nel settore dei servizi alle famiglie. La possibilità di sommare senza limiti i redditi di lavoro e di pensione è destinata ad avere ripercussioni anche sul turn over delle imprese e sul flusso dei pensionamenti anticipati. Già dall’anno prossimo chi raggiunge i requisiti previsti dalla legge 247/2007 sul welfare (58 anni di età e 35 di contributi) troverà più conveniente lasciare il lavoro sapendo che nessuna trattenuta graverà sui compensi derivanti da una nuova attività. Vediamo in questa pagina, anche per rispondere ai numerosi quesiti posti dai lettori, quale impatto avranno le nuove regole per i pensionati vecchi e nuovi che vogliono restare in attività.

Retributivo
Nessuna novità per le pensioni di vecchiaia (almeno 20 anni di versamenti), esenti da tempo da qualsiasi trattenuta. Cambia tutto invece per i pensionati di anzianità. Finora sfuggono al divieto di cumulo soltanto coloro che hanno acquisito il diritto con 40 anni di contributi o in alternativa con almeno 37 anni di versamenti e 58 di età. Tutti gli altri (e non sono pochi) pagano pegno, perdono tutta la pensione se si rioccupano come dipendenti. Mentre se svolgono un’attività autonoma (è il caso più frequente) sono soggetti a una trattenuta parziale, pari al minore importo tra il 30% della quota eccedente il trattamento minimo (5760.56 euro nel 2008) e il 30% del reddito conseguito. A fare il doppio calcolo ci pensa l’INPS, trattenendo l’importo che danneggia meno il pensionato. Con l’abolizione del divieto di cumulo i pensionati di anzianità potranno contare dal 1° gennaio 2009 su un maggior reddito, tanto più elevato quanto più alti sono i guadagni e l’importo della rendita. Il vantaggio sarà ancora più cospicuo per chi si rioccupa come dipendente in quanto potrà contare sull’intera pensione che con le regole attuali viene interamente trattenuta.


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