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Torna indietro    da "IL SOLE 24 ORE" del 15/12/2008

Decreto flussi 2008
150mila quote per i flussi di immigrazione, ripartiti in 105.400 unità destinate a colf e badanti, mentre gli altri 44.600 posti sono destinati a cittadini di paesi che hanno sottoscritto o stanno per firmare accordi di cooperazione con l’Italia in materia di cooperazione. Il presidente del Consiglio ha firmato il provvedimento. Rispetto alle previsioni iniziali – un decreto fotocopia del testo dell’ anno scorso – l’ammontare complessivo, nel 2007 pari a 170mila, è così sceso di 20mila unità. Il ministro dell’ Interno, peraltro, nei giorni scorsi aveva proposto una moratoria di due anni per i flussi migratori a partire dal 2009. La seconda novità è che colf e badanti, nel decreto 2008, fanno la parte del leone: l’anno scorso 65mila posti che quest’anno sono dunque aumentati del 50% circa. Adesso scattano le procedure operative. Poche, in realtà. Poiché le quote saranno assegnate ripescando, in ordine cronologico, dalla graduatoria delle istanze del click day dell’ anno scorso, i datori di lavoro italiani non dovranno fare nulla se non attendere la chiamata per i lavoratori da assumere. Delle 170mila quote 2007 finora sono stati assegnati 112mila nulla osta. È quanto mai probabile, infatti, che tutte le domande di colf o badanti ancora in attesa saranno accolte. I paletti – come li hanno chiamati – stavolta sono stati fissati, invece, per i datori di lavoro non comunitari, che dovranno inviare conferma della domanda entro venti giorni, a partire dal 15 dicembre: senza questa procedura la richiesta sarà esclusa, dando per implicita la rinuncia dell’interessato. La domanda andrà fatta sul sito del Viminale, www.interno.it. L’istanza, inoltre, sarà accettata se il datore di lavoro straniero non comunitario ha la carta di soggiorno, e non il semplice permesso, o ha fatto la richiesta di questo documento. Questo criterio restrittivo, introdotto per scartare i datori improvvisati – sono stati riscontrati diversi casi – rischia, però, di ritorcesi contro l’amministrazione statale, perché può attivare istanze di ricorsi con il rischio di bloccare tutto. Il problema non facile da superare è quello di trovare un modo legittimo e pratico per escludere tutte le domande che, dietro la finta istanza di un’assunzione, celano il tentativo di un ricongiungimento o l’arrivo di un amico del richiedente. Le quote riservate agli Stati con cui ci sono accordi sono così partite: 4.500 albanesi, 1.000 algerini, 3.000 bengalesi, 8.000 egiziani, 5.000 filippini, 1.000 ghanesi, 4.500 marocchini, 6.500 moldavi, 1.500 nigeriani, 1.000 pachistani, 1.000 senegalesi, 100 somali, 3.500 cingalesi, 4.000 tunisini. Anche in questo caso vale la graduatoria dell’anno scorso.

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