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Torna indietro    da "IL SOLE 24 ORE" del 18/06/2009

Per i minimi la sorpresa del conto previdenziale
Con i contribuenti minimi, autonomi e piccoli imprenditori che hanno compensi fino a 30mila euro, il Fisco diventa più generoso dell'Inps. A pochi giorni dalla chiusura dei conti di Unico, l'Istituto di previdenza ha fatto sapere che la base su cui vanno calcolati i contributi non è quella più favorevole individuata dal legislatore per ridurre gli oneri sui contribuenti minori. L'imponibile per determinare il debito previdenziale, secondo l'Inps, va considerato al lordo della somma pagata come contributi. Non è consentita alcuna deduzione, ammessa invece dal Fisco nel determinare il reddito su cui si pagano le tasse, con il forfait del 20 per cento. Insomma, l'Inps vuole commisurare i contributi sul reddito lordo, diminuito solo delle perdite pregresse. Gli autonomi e i piccoli imprenditori che hanno optato per la sostitutiva, mettendo tra le voci positive anche la possibilità di pagare i contributi sul reddito netto, si sono ritrovati a dover rifare i conti con variabili scoperte all'ultimo minuto. In realtà, la Finanziaria 2008 e il decreto dell'Economia del 2 gennaio 2008 facevano pensare che la base imponibile previdenziale fosse uguale a quella da assoggettare all'imposta sostitutiva del 20%: vale a dire il reddito al netto dei contributi previdenziali. Su questa interpretazione di "favore" i contribuenti minimi hanno trovato conforto anche nelle istruzioni a Unico. Nel dettaglio dei righi, i tecnici delle Entrate hanno rassicurato che il reddito netto (da contributi e perdite) su cui si applica l'imposta del 20% «rileva per la determinazione della base imponibile per il calcolo dei contributi previdenziali ed assistenziali».

La smentita dell'Inps è arrivata qualche mese dopo. Liquidata in una decina di righe, senza avvertire il bisogno di una giustificazione. La differenza tra le due modalità di calcolo porta a risultati ben diversi per le tasche del contribuente. Un artigiano che, per esempio, dichiara 19mila euro di reddito lordo e ha contributi previdenziali per 3mila euro, paga le tasse (il 20% secco) su 16mila. Quanto alla previdenza, per il Fisco l'artigiano dovrebbe pagare, oltre al minimale (13.819 euro), contributi su 2.181 euro. L'Inps, invece, corregge: il conto va rapportato su 5.181 euro (19mila meno 13.819). Un consulente che abbia consigliato il forfait per la convenienza e la semplificazione si trova, a questo punto, smentito. L'unica speranza è che la generosità del Fisco diventi contagiosa.

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