![]() |
Ente di Patronato e di Assistenza Sociale Via Giovanni Giolitti, 212/C - 00185 Roma Tel. 06.4818918 - Fax 06.48976812 - [email protected] Numero Verde 800 029661
|
|
Area Operatori![]() |
Nel frattempo il legislatore ha provato a individuare altri sistemi per creare ulteriori freni all'istituto. Nel "collegato" 1441-quater ad esempio era stata fatta la proposta di tornare a una impostazione della dotazione organica molto vicina al vecchio concetto di pianta, con una ferrea suddivisione dei profili e delle categorie. Il passaggio da una posizione economica all'altra sarebbe certamente diventato più complicato e più assimilabile a una progressione verticale piuttosto che a una progressione nella categoria. Per ora la disposizione non è approvata, ma sull'argomento è giusto tenere alta la guardia.
Un altro intervento legislativo destinato a lasciare il segno sarà sicuramente il decreto attuativo della riforma Brunetta avviata con la legge 15/2009. Il testo contiene novità anche in materia di progressioni economiche, che potranno essere realizzate solo da una parte di dipendenti che supereranno una selezione e nel limite delle risorse disponibili.
Al lavoratore che non si classificherà per diversi anni in posizione utile per una positiva valutazione delle performance, le stesse saranno di fatto precluse.
Il Governo in effetti aveva già individuato una soluzione dura e precisa al fenomeno delle progressioni facili. Nell'atto di indirizzo all'Aran per la stipula del nuovo contratto di lavoro per regioni ed enti locali aveva inserito due chiari paletti: progressioni ogni triennio, e vincolate all'ammontare delle risorse disponibili a una certa data.
Nell'attuale ipotesi di contratto non c'è nessuna di queste limitazioni, ma di fatto si assiste a un "blocco" dell'avanzamento nella categoria. Le progressioni orizzontali possono essere infatti finanziate solo con risorse stabili. Oltre alla logica sottesa alla suddivisone voluta dal contratto nazionale del 2004, non si può dimenticare anche la dichiarazione congiunta n. 19 allo stesso contratto, che prevede che le progressioni economiche riducano prima di tutto la parte stabile del fondo. Tale parte nel tempo è stata erosa da diverse voci di uscita; oltre alle progressioni sono lì imputate la retribuzione di posizione e di risultato negli enti con dirigenza e l'indennità di comparto, tanto che diversi enti sono già alla saturazione completa dello stabile. Le progressioni vengono infatti sempre più spesso finanziate con gli incrementi di stabile del nuovo contratto. Ma questa volta non potrà essere così: infatti l'ipotesi prevede incrementi del fondo solo di natura variabile, non concedendo agli enti quel respiro sulla parte stabile per nuove progressioni. È il primo passo verso una chiusura totale sull'istituto.