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Torna indietro    da "IL SOLE 24 ORE" del 16/07/2009

Carcere per false assunzioni di colf
Si chiama «Dichiarazione di attività di assistenza e di sostegno alle famiglie» ed è la definizione ufficiale della sanatoria per colf e badanti. I datori di lavoro italiani o stranieri lungo-soggiornanti (con il permesso di soggiorno da oltre 5 anni) potranno regolarizzare per ogni famiglia fino a due badanti e una colf: italiane, comunitarie o extracomunitarie. Costo del condono, un contributo forfetario di 500 euro per ogni lavoratore.

I ministri dell'Interno e del Welfare hanno formalizzato nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera l'emendamento al Ddl anti-crisi. La procedura può essere fatta se alla data del 30 giugno di quest'anno (non oltre) il datore di lavoro aveva alle proprie dipendenze, da almeno tre mesi, colf o badanti: in queste condizioni può fare dall'1 al 30 settembre 2009 una «dichiarazione di emersione» – e pagare i 500 euro – per regolarizzare il rapporto di lavoro con una domanda all'Inps, se si tratta di lavoratore italiano o europeo, o allo sportellodell'immigrazione per un extracomunitario.

La stima ufficiosa è che aderiranno in 300mila, con un conseguente introito per l'Erario di 150 milioni. Previsti limiti minimi di reddito per poter fare le assunzioni: 20mila euro, in caso di famiglia con una sola persona con uno stipendio, e 25mila euro per un nucleo familiare con più persone che lavorano. L'asl o il medico di famiglia dovranno attestare i limiti di autosufficienza che giustificano l'impiego della badante. Sono esclusi gli immigrati che hanno avuto condanne penali o un decreto di espulsione per motivi di pubblica sicurezza. Il testo, poi, stabilisce pene fino a sei anni di carcere per chi presenta dichiarazioni false. Senza contare che il giudice, in questo caso, potrebbe ipotizzare per il datore di lavoro anche il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, con pene fino a quattro anni. Nel testo, poi, si precisa che dalla data di entrata in vigore della legge e fino alla conclusione del procedimento sono sospesi i procedimenti penali e amministrativi nei confronti del datore di lavoro e del lavoratore, che riguardano la violazione delle norme sull'ingresso e soggiorno (compreso, dunque, il reato di clandestinità) e sull'impiego di lavoratori in nero. La domanda di emersione, poi, comporta la rinuncia a un'eventuale richiesta di messa in regola con flussi 2007 e 2008: questo significa, tra l'altro,che il lavoratore non dovrà tornare nel paese d'origine per ottenere il visto.

Testo dell'emendamento


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