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Torna indietro    da "IL SOLE 24 ORE" del 11/08/2009

Un pensionato su due sotto i mille euro al mese
Un pensionato su due vive con meno di mille euro al mese e oltre il 22% degli assegni è sotto la soglia dei 500 euro. Al Sud, poi, si concentra il disagio più alto, visto che è in queste regioni che viene incassato l'88% delle pensioni più basse. I dati emergono dalla Relazione generale sulla situazione economica del paese nel 2008, un documento che completa i dati diffusi a fine luglio dal Nucleo di valutazione della spesa previdenziale. L'anno scorso la spesa per pensioni e rendite è stata pari a 224,861 miliardi, il 58,2% del complesso delle erogazioni per prestazioni sociali a carico dello stato (59% nel 2007) e il 14,3% del Pil. Se si considera la spesa complessiva, inclusi dunque anche assegni familiari e indennità di disoccupazione, la spesa risulta in aumento del 5,1% (contro il +4,6% del 2007).

Come già sottolineato in altri documenti di finanza pubblica e dalla Ragioneria generale nell'ultimo Rapporto annuale sulle tendenze di medio-periodo del sistema pensionistico, a far crescere la spesa sono state le rivalutazioni delle pensioni minime, mentre i nuovi criteri di accesso alla pensione che dovrebbero agire in senso restrittivo (requisiti d'età e contributivi e nuove finestre) dispiegheranno i loro effetti solo quest'anno.

Il Nucleo, tenendo per buono lo scenario contenuto nella Relazione unificata sull'economia (Ruef), che prevedeva in aprile un calo del Pil del 4,2%, aveva parlato di una crescita del rapporto spesa pensionistica /Pil di circa il 10% nel triennio 2008-2010; per stabilizzare il rapporto nei prossimi anni sarebbe dunque necessario un tasso di crescita dell'economia pari all'1,8% l'anno. Ipotesi che dovrà essere ora corretta, dopo il dato Istat sul secondo semestre dell'anno che indica un Pil in caduta del 6% (-5,1% il dato atteso per fine anno se i prossimi due trimestri saranno a crescita zero).

Ieri intanto l'Inpdap ha diffuso un'analisi sulle posizioni pensionistiche dei 3,5 milioni di iscritti dal 1996 al 2008. Ne risulta che le pensioni delle donne del pubblico impiego nel mirino della Corte di Giustizia europea sono il 19% del totale. In media il 44% circa sono pensioni di anzianità maturate con almeno 35 anni di servizio pur in presenza di età inferiore a 60 anni; il 13,9% con età uguale o maggiore a 65 anni, il 16,4% con età compresa tra 60 e 64 anni ma con anzianità contributiva uguale o maggiore di 35 anni. L'incidenza percentuale delle pensioni «sanzionate » dalla Corte oscilla tra il 13,4% del 1996 e il 26,5% del 2001. L'andamento percentuale delle pensioni analizzate dalla Corte Ue fino al 2005 era superiore a quello delle pensioni di pari età ma aventi il requisito dei 35 anni di anzianità; dal 2005 il rapporto si è progressivamente invertito.

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