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Il permesso di soggiorno per studio consente il lavoro subordinato, ma solo a part-time per un massimo di 20 ore settimanali, anche cumulabili per 52 settimane, nel rispetto del tetto massimo di 1.040 ore annue. Si prenda l'ipotesi di un extracomunitario con un rapporto di lavoro subordinato irregolare per 15 ore settimanali. La domanda, come conferma la Faq n. 3 della Fondazione studi, va presentata all'Inps. Il lavoratore, una volta sanata la propria posizione, avrà le stesse possibilità che aveva in precedenza di chiedere, alla scadenza del permesso per motivi di studio, la sua conversione in uno per lavoro subordinato.
Per regolarizzare una prestazione di lavoro per un numero di ore superiore a 20 settimanali, invece, la domanda di emersione deve essere presentata allo sportello unico.
Per i permessi di lavoro stagionale, invece, l'autorizzazione al lavoro contempla un impiego di natura provvisoria e al termine del rapporto lavorativo il cittadino straniero non può rimanere sul territorio nazionale, ma deve rientrare nel suo paese per poi acquisire il diritto di precedenza l'anno successivo per ragioni di lavoro stagionale. Solo dopo due anni consecutivi di lavoro stagionale, nel rispetto dei vincoli di regolarità e solo nell'ambito dei flussi, potrà ottenere la conversione del permesso a tempo indeterminato o determinato. Se il lavoratore con permesso stagionale non è rientrato nel suo paese o ha svolto lavoro domestico irregolare, la sanatoria segue il canale dell'Interno.
Con i permessi per motivi di turismo, per cure mediche e per motivi religiosi non è possibile svolgere lavoro subordinato. Anche il datore di un lavoratore che si trovi in possesso di questi documenti dovrà attivare la procedura ministeriale.
Infine, ricordiamo che tutti i cittadini extraUe possono entrare in Italia per visite, affari, turismo e studio, presentando il passaporto e, nei casi in cui è richiesto, il visto. A chi è presente per turismo non è consentito alcun lavoro, ma è ipotesi frequente l'utilizzo di questa forma per svolgere attività domestica. Si tratta certamente di posizione irregolare che dovrà essere sanata con la procedura telematica del ministero dell'Interno.
Un discorso a parte merita la carta di soggiorno (permesso Ce per soggiornanti di lungo periodo): questo titolo, ottenuto dopo cinque anni di permanenza regolare in Italia, è a tempo indeterminato e consente di svolgere attività lavorativa in qualsiasi forma. Un eventuale lavoro in nero sarà regolarizzato con procedura Inps.
Si tratta anche di uno dei due casi, assieme alla carta di soggiorno in quanto familiare del cittadino comunitario, in cui il titolare del permesso può anche essere datore di lavoro abilitato a sanare la posizione dei propri dipendenti anche extracomunitari.