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Torna indietro    da "IL SOLE 24 ORE" del 17/09/2009

Statali a riposo obbligato
Nei prossimi tre anni le amministrazioni pubbliche potranno procedere al pensionamento di tutti i dipendenti, dirigenti compresi, che hanno raggiunto i 40 anni di contributi (e non di servizio effettivo). Per la risoluzione anticipata del rapporto di lavoro servirà solo un preavviso di sei mesi ed è prevista una salvaguardia per i procedimenti già avviati. Le amministrazioni dovranno effettuare i pensionamenti sulla base di criteri oggettivi una volta che i dipendenti avranno raggiunto il requisito contributivo (che comprende anche gli anni di riscatto della laurea, se esercitato, o del servizio militare) ma potranno anche contare su una certa flessibilità: il preavviso potrà essere inviato infatti nell'arco del triennio di sperimentazione (2009-2012) previsto dalla legge. Infine viene confermata l'esclusione dai «pensionamenti forzati» di magistrati, professori universitari e dirigenti medici «responsabili di strutture complesse».

Sono questi gli «ulteriori chiarimenti» contenuti nella circolare firmata ieri dal ministro della Pa e dell'Innovazione, Renato Brunetta e ora in corso di registrazione alla Corte dei conti.

La circolare, d'intesa con il ministro del Lavoro, definisce anche una serie di criteri specifici di applicazione per il personale del Servizio sanitario nazionale «in considerazione della peculiarità delle funzioni svolte».

In vigore dal 5 agosto scorso, dopo l'approvazione definitiva della legge di conversione del decreto anti-crisi, la misura supera definitivamente la stratificazione di provvedimenti che si era creata in materia fissando il calcolo del requisito esclusivamente sugli anni contributivi e si collega logicamente alla riforma della disciplina dei rapporti di lavoro nella Pa. I responsabili delle singole amministrazioni, in quanto datori di lavoro pubblici potranno (non dovranno) utilizzare anche la leva dei pensionamenti anticipati, se necessari, per razionalizzare le strutture e gli organici di cui sono responsabili. Su questa misura, come quella che rende possibile l'esonero anticipato di 5 anni dal lavoro con uno stipendio ridotto della metà, il Tesoro non aveva prodotto una stima dei risparmi generati o della platea dei dipendenti interessati. Un calcolo è invece arrivato dall'Inpdap, secondo cui gli interessati potrebbero essere circa 5.700, di cui 1.200 del comparto universitario.

Ieri la diffusione della circolare ha provocato la reazione dei sindacati. Gianni Baratta, segretario confederale della Cisl, è tornato a criticare la discriminazione che si produce con l'esclusione di alcune categorie di dipendenti e si è chiesto come «al di là di intuibili necessità contingenti, il ministro intenda indicare i criteri oggettivi di cui le amministrazioni dovranno tener conto nell'accordare o nel negare singolarmente la prosecuzione del rapporto di lavoro». L'Ugl ha parlato di provvedimento discriminante per i lavoratori che, anche alla luce della crisi, «mette in difficoltà quanti preferirebbero continuare a lavorare qualche anno in più per far fronte a necessità familiari, come il pagamento di un mutuo o il mantenimento dei figli». Mentre per la Cgil, con l'applicazione dei pensionamenti con 40 anni di contributi «si mettono insieme esigenze contabili con uno smaccato spoil system». Secondo il responsabile del dipartimento settori pubblici Cgil, Michele Gentile, la disposizione «è anche di dubbia costituzionalità perchè non tiene conto delle modifiche che una legge successiva ha introdotto su questa norma».

Ieri intanto il ministro ha incontrato i membri delle commissioni Affari costituzionali e Lavoro di Senato e Camera, in vista del parere che il Parlamento sta per varare sul decreto legislativo che traduce in norme giuridiche vincolanti i principi contenuti nella legge delega n. 15 del 4 marzo 2009. Dopo il passaggio estivo in Conferenza unificata, il parere delle Camere dovrebbe arrivare entro i primi di ottobre. Renato Brunetta ieri ha confermato che il testo sarà illustrato anche alle parti sociali prima del varo definitivo in Consiglio dei ministri che, a questo punto, potrebbe arrivare subito dopo l'approvazione della legge Finanziaria.

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