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Dal solo punto di vista contributivo, inoltre, assumere il lavoratore irregolare a sanatoria finita sarebbe conveniente. Chi comincia a versare ora i contributi (il versamento è trimestrale e la prossima scadenza è il 10 ottobre) e dichiara che il rapporto di lavoro ha avuto inizio dal 1° luglio, risparmierà circa 180 euro, se denuncia almeno 25 ore settimanali (il minimo previsto dal contratto è di 20 ore). Sembra un controsenso ma non lo è. I rapporti di lavoro domestico superiori alle 24 ore settimanali scontano un contributo orario di 0,97 euro (con meno ore l'importo da versare all'Inps sale fino a 1,83 euro/ l'ora). Stando così le cose il contributo dovuto per un trimestre sarà pari a 312,25 euro (25 ore x 52 settimane : 12 mesi x 3 mesi x 0,97), inferiore quindi al forfait di 500 euro che, oltretutto, per espressa previsione della norma, non è deducibile dal reddito al contrario dei normali contributi dovuti trimestralmente.
Per coloro che, invece, restano nell'illegalità, le sanzioni si diversificano a seconda che si tratti di lavoratore extracomunitario clandestino o lavoratore comunitario. Per i primi, oltre alle normali sanzioni inerenti il rapporto di lavoro, anche di carattere previdenziale e fiscale, si profila l'aspetto penale legato alla clandestinità. Il datore di lavoro che occupa alle proprie dipendenze lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno valido rischia l'arresto da uno a tre anni e un'ammenda di 5.000 euro per ogni lavoratore impiegato. Gli ispettori che constatano il reato devono, inoltre, inviare un rapporto agli istituti previdenziali per il conseguente recupero contributivo. Il lavoratore invece rischia l'espulsione oltre a una sanzione amministrativa che va da 5.000 a 10.000 euro. Inoltre, se il datore ospita lo straniero senza darne comunicazione all'autorità di pubblica sicurezza va incontro anche alla sanzione da 160 a 1.100 euro.