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IL SOLE 24 ORE" del
04/10/2009
All'Inpdap le pensioni del personale militare
È scattato il conto alla rovescia per il trasferimento all'Inpdap delle prestazioni pensionistiche di tutto il personale militare. L'operazione interessa oltre 350mila persone già iscritte negli elenchi contribuenti dell'Istituto e che fanno parte delle forze di polizia ad ordinamento militare (Guardia di Finanza e Carabinieri) e delle forze armate (Esercito, Marina e Aeronautica). Le circolari con le ultime disposizioni operative destinate alle amministrazioni di appartenenza sono partite nei giorni scorsi e il trasferimento sarà operativo dal 1° gennaio 2010. L'Inpdap, oltre alla liquidazione di 15mila nuove pensioni l'anno, dovrà gestire tutte le altre prestazioni collegate, dal calcolo degli assegni ai riscatti, necessari per consentire l'aggiornamento delle posizioni assicurative anche di questo settore del pubblico impiego. Con il trasferimento dei militari si conclude il lungo processo di razionalizzazione della previdenza pubblica avviato con la legge 421/92 e completato con la 335/95. L'Inpdap fino a pochi anni fa si occupava della liquidazione delle sole pensioni degli enti locali e della sanità, mentre quelle degli statali venivano calcolatedirettamente dalle singole amministrazioni di appartenenza. Il processo di acquisizione delle attività di liquidazione delle pensioni dei dipendenti statali è iniziato nel 2001 con il subentro dell'Istituto al ministero della Pubblica istruzione nella gestione delle prestazioni previdenziali di tutto il comparto scuola. Dal 2005, poi, sono state trasferite le pensioni dei dipendenti dei ministeri, compresi magistrati, procuratori, prefetti, diplomatici, docenti universitari e personale delle forze di polizia ad ordinamento civile (Polizia di Stato, Polizia penitenziaria e Corpo Forestale dello Stato). Fuori dal perimetro resta a questo punto solo l'Enam, ente che eroga prestiti e sovvenzioni per le maestre elementari. Il trasferimento delle gestioni previdenziali dei militari non risolve lo squilibrio tra contributi e prestazioni che pesa su un bilancio chiuso l'anno scorso con un disavanzo di 5,3 miliardi. Anzi comporta un carico di lavoro in più a organico invariato. Nel piano industriale presentato diversi mesi fa il presidente, Paolo Crescimbeni, aveva proposto tral'altro l'acquisizione di almeno 300mila nuovi iscritti (+10% rispetto agli attuali), trasferiti all'Inps con le privatizzazioni degli anni '90 delle aziende a controllo pubblico. Il passaggio, secondo il piano, potrebbe avvenire in tre anni garantendo maggiori entrate lorde per 4,4 miliardi. «Su questo punto aspettiamo l'avviodi un tavolo interministeriale - spiega Crescimbeni - convinti come siamo che è una delle opzioni strategiche da seguire». Le altre due leve nelle mani del commissario straordinario per riequilibrare il bilancio sono quella del recupero dei contributi non versati da enti e amministrazioni (è in corso una ricognizione a tappeto) e quello delle ricongiunzioni, vale a dire dei mancati trasferimenti da altri istituti previdenziali all'Inpdap dei versamenti di lavoratori passati al settore pubblico.
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