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Torna indietro    da "IL SOLE 24 ORE" del 21/10/2009

Crescono i permessi per disabili
I permessi per l'assistenza ai disabili quest'anno "bruciano" negli uffici pubblici 5,5 milioni di giornate lavorative, con un aumento del 20% rispetto all'anno scorso, e sono utilizzati dal 9% dei dipendenti pubblici. Per lo stato, il conto si aggira sui 600 milioni all'anno, e vola a un miliardo se si tengono in considerazione anche altri benefici che rientrano nello stesso capitolo (come i congedi annuali). A rilevare i numeri prodotti dalla legge 104/92 sull'assistenza ai disabili è il monitoraggio presentato ieri dal ministero della Pubblica amministrazione, che con questi numeri vuole dare forza ai progetti di riforma del sistema dei permessi che già in passato si sono affacciati, accompagnati da una pioggia di polemiche. Proprio per attenuare le reazioni che accompagnano sempre un tema così delicato, il ministro Renato Brunetta mette le mani avanti e sottolinea con forza la filosofia del monitoraggio (svolto in collaborazione con associazioni che tutelano la disabilità come Fand, Fish e Unione italiana ciechi): «La 104 è una legge benemerita  ma eliminando i comportamenti opportunistici libereremmo centinaia di milioni di euro per assistere chi ne ha davvero bisogno, con buona pace di approfittatori e fannulloni». La presenza di queste categorie, secondo Palazzo Vidoni, emerge chiara dai numeri. Non solo dai valori assoluti, ma anche dalla distribuzione che accende più di un sospetto: nel privato questi permessi interessano l'1,5% dei lavoratori, contro il 9% che si registra negli uffici pubblici. Se il tasso ai minimi che si incontra nelle aziende può dipendere anche dalla «riluttanza dei datori di lavoro», altri numeri fanno nascere altri dubbi. In Umbria, per esempio, i permessi arrivano al 16% dei lavoratori, in Calabria e Campania al 12%, mentre in Trentino Alto Adige e Valle d'Aosta ci si ferma al 4 per cento. Nella scuola, poi, i tassi sono quasi sempre a due cifre. Se si continua con questa tendenza, che rileva aumenti annuali del 10-20% nei permessi a seconda del periodo, secondo Brunetta il costo dei permessi «potrebbe raddoppiare in pochi anni». La riflessione riporta in auge l'emendamento al Ddl sui lavori usuranti, che prosegue il suo (lento) iter in commissione al Senato e prevede di limitare in via ordinaria i permessi ai parenti di primo e secondo grado, prevedendo che per ogni disabile il diritto all'assistenza sia riconosciuto a un solo lavoratore.
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