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Torna indietro    da "IL SOLE 24 ORE" del 29/10/2009

Medici al lavoro fino a 70 anni
Pensionamento a settant'anni per tutti i dirigenti medici e sanitari del Ssn, nonostante la «rottamazione » firmata Brunetta. Lo “strappo” è contenuto nel testo del Ddl sul governo clinico (C799 e abb.) appena trasmesso dalla commissione Affari sociali della Camera al parere delle commissioni competenti, prima dell'invio in aula. Intanto, martedì approderà in aula, sempre a Montecitorio, dopo il via libera della commissione Affari costituzionali, il Ddl che ripristina il ministero della Salute sganciato dal Welfare e porta a 63, contro gli attuali 60, il numero dei componenti del Governo. Tornando alla governance, la novità sul collocamento a riposo non è l'unica destinata a far discutere. In pista c'è la definitiva abolizione di qualsiasi ostacolo all'esercizio della libera professione per i dirigenti medici e sanitari, che potranno svolgere attività privata anche in studio o nelle strutture non convenzionate con il servizio sanitario pubblico. Le procedure saranno disciplinate dalle Regioni che dovranno "salvaguardare" il ruolo istituzionale del Ssn: chi ha scelto di mantenere il rapporto in esclusiva (e la relativa indennità) potrà dedicare alla libera professione un impegno orario massimo pari al 50% di quello prestato in azienda. Prevista anche la nascita nelle strutture sanitarie pubbliche di un servizio di ingegneria clinica, incaricato di sorvegliare e garantire l'uso sicuro, efficiente ed economico di apparecchi e impianti che avrebbe voce in capitolo anche sulla programmazione degli acquisti e sulla formazione del personale all'uso delle tecnologie. Novità anche per direttori generali e primari. Per i primi sono previsti nuovi criteri di nomina e valutazione dell'aumento dello stipendio: il Dg dovrà guadagnare almeno il 20% in più dei propri primari. Di questi ultimi si aggiornano le procedure di nomina: la terna di nomi tra cui il Dg dovrà scegliere sarà selezionata da una commissione composta dal direttore sanitario e da due esperti sorteggiati da un elenco regionale di primari della stessa disciplina. Esenti dalla procedura i policlinici universitari: la terna tra cui scegliere il primario la deciderà il Rettore.
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