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IL SOLE 24 ORE" del
21/11/2009
Cassa forense: in pensione a 70 anni nel 2021
Il presidente della Cassa forense, può finalmente tirare un sospiro di sollievo. Dopo le indiscrezioni di questi giorni è arrivata la comunicazione ufficiale: la riforma previdenziale è stata approvata dai ministeri dell'Economia e del Lavoro, anche se con due condizioni vincolanti. La prima: in nome della solidarietà intergenerazionale e per tutelare i giovani, che già dovranno sopportare un calcolo della prestazione più penalizzante perché basato su tutti i redditi della vita lavorativa (con l'eccezione, per ora, dei cinque anni peggiori), l'innalzamento dei requisiti per la pensione di vecchiaia sarà più rapido. Infatti, dal 2021 – invece che dal 2027 – la pensione di vecchiaia richiederà 70 anni di età e 35 di contributi. La seconda: il raddoppio, dal 2010, del contributo integrativo al 4% è limitato per sei anni. Dopo due bilanci tecnici si vedrà se la misura sarà ancora necessaria per garantire stabilità ai fondamentali della Cassa. «Gli avvocati – ha spiegato Ubertini –andranno in pensione un po' più tardi, a 70 anni anziché a 65, pagheranno un po' più contributi ma avranno la sicurezza di una Cassa solida, non più a rischio-default, che sarà in grado di pagare pensioni dignitose anche a chi si affaccia solo oggi alla professione ». Senza la riforma, dal 2031 le entrate della Cassa non sarebbero state più sufficienti a pagare le prestazioni. L'innalzamento dei requisiti per la pensione di vecchiaia partirà nel 2011, quando saranno necessari 66 anni di età e 31 di contributi. Quindi, nel 2014 si passerà – rispettivamente – a 67 e 33 anni. Gli scalini successivi sono programmati nel 2017, nel 2019 e, infine, nel 2021. A questo punto parte la corsa contro il tempo perché la riforma possa entrare in vigore dal 1?gennaio. Il 5 dicembre è convocata l'assemblea dei delegati, per recepire le modifiche chieste dal ministero del Lavoro, che dovrà provvedere alla pubblicazione, per estratto, della delibera sulla «Gazzetta Ufficiale». Dal 1?gennaio 2010, gli avvocati dovranno pagare il 13%, anziché il 12%, a titolo di contributo soggettivo (sul reddito professionale). Inoltre, viene prevista una quota modulare di pensione: il risparmio obbligatorio è dell'1% sul reddito professionale, anche se si potrà arrivare fino al 9 per cento. Questa parte di pensione sarà determinata con il metodo contributivo. «I contributi versati – si chiarisce nella relazione illustrativa alla riforma – saranno capitalizzati sulla base del 90% del rendimento medio annuo realizzato dalla Cassa con l'impiego degli accantonamenti patrimoniali, con un minimo garantito dell'1,5% annuo».
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