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Torna indietro    da "IL SOLE 24 ORE" del 08/12/2009

Integrativo al 4% fino al 2015
La riforma è pronta. Sabato 5 dicembre la Cassa forense ha approvato, con delibera, le modifiche richieste dai ministeri vigilanti. Ora la versione riveduta e corretta della riforma può essere inviata al ministero del Lavoro che procederà alla sua pubblicazione sulla «Gazzetta Ufficiale ». Il tutto deve avvenire entro fine anno per poter far scattare le modifiche dal 1° gennaio 2010. È stato rimodulato lo scalone, accorciandone i tempi. Il graduale innalzamento dell'età pensionabile e dell'anzianità contributiva sarà a regime nel 2021, e non più nel 2027 come proposto inizialmente. Per i primi due anni l'aumento di un anno per età e contributi avverrà ogni 36 mesi. Si parte nel 2011 con 66 anni di età e 31 di contribuzione, nel 2014 saranno necessari rispettivamente 67 e 32 anni che diventano 68 di età e 33 di contribuzione nel 2017, anno dal quale lo scalino scatta ogni 24 mesi, quindi nel 2019 saranno necessari 69 anni di età e 34 di contributi; nel 2021, la riforma andrà a regime con 70 di età e 35 di contributi. La delibera ha anche previsto l'aumento temporaneo del contributo integrativo, che passa dal 2 al 4% per sei anni, quindi fino a tutto il 2015 (se la pubblicazione in «Gazzetta Ufficiale»avverrà entro l'anno). Poi è prevista una verifica tecnica. Il presidente di Cassa forense, commenta soddisfatto i risultati raggiunti: «Questa riforma ci garantisce la sostenibilità per 50 anni. Se però - prosegue- il contributo integrativo dovesse tornare al 2%, la Cassa sarà in equilibrio per 35-36 anni, sempre all'interno dei limiti di legge». Cassa forense applica il sistema retributivo, è quindi fuori dalla proposta di legge 1524 che vuole consentire alle Casse private che hanno scelto il contributivo di poter agire sull'integrativo con un aumento fino al 5 per cento. La Cassa dell'avvocatura, in realtà, ha introdotto - anche se solo marginalmente- una quota modulare di pensione, con un versamento minimo obbligatorio pari all' 1% sul reddito professionale ma che si può alzare volontariamente dall' 1 al 9% (il contributo massimo sarà quindi del 10%) e che è interamente deducibile. Questa nuova leva di previdenza, di stampo contributivo, diventerà operativa dal 2011 (redditi 2010). Gli avvocati, dal 1° gennaio 2010, se la riforma sarà pubblicata in Gazzetta, dovranno ricordarsi di indicare in fattura il 4% e non il 2. La dimenticanza può costare cara: la differenza, infatti, graverebbe sulle loro tasche. L'aumento temporaneo del contributo porterà 300milioni di euro in più ogni anno nella Casse previdenziale che saranno impiegati per appianare i debiti pregressi e pagare le vecchie pensioni. «Non esiste un vincolo di destinazione contabile- spiega Ubertini- queste maggiori entrate saranno necessare per erogare le vecchie pensioni, e quelle che metureranno da oggi al 2021, più generose rispetto a quelle attuali». Andrà, invece ad arricchire le pensioni dei più giovani l'aumento del contributo soggettivo che passa, in via definitiva, dal 12 al 13% e che vale 150 milioni di euro. Per informare i propri iscritti sulle novità previdenziali Cassa forense sta organizzando una conferenza nazionale sulla previdenza che si svolgerà nella seconda metà di aprile probabilmente sul lago Maggiore.
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