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Torna indietro    da "EPAS NOTIZIE" del 29/12/2009

PETER PAN È ITALIANO?

Se nella categoria dei “giovani” si decide di includere tutti coloro che, per diversi motivi, vivono ancora nel nucleo famigliare di origine, bisogna considerare tali anche i quarantenni italiani. Potrebbe essere questa una chiave di lettura dei dati emersi da un’indagine Istat, “Famiglia e soggetti sociali”, svolta nel 2003 e i cui dati sono stati aggiornati nel 2007: dallo studio in questione risulta che il 72,9% degli italiani fra i 18 e i 39 anni vive ancora coi propri genitori.


Il dato in questione è lo specchio di una realtà orami consolidata nel nostro Paese: abbandonare il “nido” familiare è sempre più problematico. Come tutti i fenomeni collettivi, anche questo trae origine da diverse motivazioni di carattere economico, culturale e sociale. “La realtà descritta dall’interessantissimo studio condotto dall’Istat è ben nota- dice Denis Nesci, giovane Presidente Nazionale del Patronato Epas- ed è per il nostro ente motivo di accurate riflessioni. Tanti giovani non possono materialmente provare a farsi una propria famiglia per le difficoltà oggettive che il mondo del lavoro presenta: noi siamo molto sensibili a questo tipo di problematiche, e ho parlato dell’argomento anche in occasione del Convegno nazionale Epas che ha avuto luogo dal 3 al 6 dicembre 2009. Crediamo fermamente- continua Nesci- che sia necessario puntare sui giovani, come dimostra anche la nostra politica, poiché la squadra che lavora per il Patronato Epas annovera tra le sue fila molti giovani, e che per questo sia doveroso aprire le porte a chi cerca lavoro e ha voglia di imparare”.
Molto spesso l’entrata nel mondo del lavoro è ritardata per via dell’allungamento dei percorsi formativi, oltre che per la presenza di innegabili problemi economici. A questi elementi se ne aggiungo altri, riconducibili alle diverse realtà territoriali e alle condizioni di particolari fasce della popolazione, si pensi ad esempio alle difficoltà relative all’inserimento occupazionale femminile nel Mezzogiorno.

 

                   

          
In generale, si lascia la propria famiglia d’origine per il matrimonio (nel 43,7% dei casi), per esigenze di autonomia/indipendenza (28,1%) o per andare a convivere (11,8%), ma anche per motivi di lavoro (8,8%) o di studio (5,5%). Anche in questo caso, però, l’incidenza delle motivazioni varia da una zona all’altra: per esempio, al Nord le esigenze di autonomia/indipendenza sono più forti rispetto al matrimonio (38,4% contro il 29,4%), e l’uscita per convivenza è pressoché nulla al Sud.
 

 


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