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È arrivato il momento della moratoria per i mutui. Febbraio porta la sospensione delle rate aspettata e richiesta da tanto tempo, soluzione anti-crisi che permette di allentare la pressione su circa 130mila famiglie italiane alle prese con gravi difficoltà.
Ovviamente il provvedimento (della durata di 12 mesi) non riguarderà indistintamente tutti i cittadini che hanno deciso di affrontare una spesa tanto impegnativa come il mutuo, ma solo coloro che rientrano in determinati parametri,: reddito imponibile non superiore a 40mila euro, importo del mutuo fino a 150mila euro per acquisto, costruzione o ristrutturazione dell’abitazione principale (compresi i mutui oggetto di operazioni di cartolarizzazione), presenza di un evento di particolare gravità, come la perdita del posto di lavoro, la cassa integrazione, il sopraggiungere di condizioni di non autosufficienza o la morte del titolare del mutuo con passaggio del debito agli eredi. Hanno diritto alla sospensione anche i clienti il cui ritardo nei pagamenti arriva fino a 180 giorni consecutivi. La richiesta alla propria banca può essere fatta fino al 31 gennaio 2011, e le banche aderenti (sono più di 90) possono migliorare le condizioni alla base dell’accordo.
Quella che sembra, di primo acchito, una misura estremamente vantaggiosa per le famiglie italiane in grave difficoltà, è invece molto criticata da diverse parti: l’accusa principale è che, in realtà, la vera convenienza sia per gli istituti creditizi, i quali si troveranno ad incassare rate finali con interessi molto più alti rispetto a quelli che avrebbero ricevuto dalle rate che vengono invece sospese. Sospendere le rate oggi, per accodarle a fine mutuo e pagarle per ultime, comporta un aggravio molto consistente per i cittadini, che dovranno pagare interessi decisamente più alti, a tutto vantaggio delle banche.