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546,7 milioni di euro sotto forma di credito agevolato più 522,7 milioni tra contributi in conto capitale e credito di imposta: ecco le risorse del Far (Fondo agevolazioni alla ricerca) del 2009 sbloccate e messe a disposizione della ricerca industriale. Non incentivi ex novo, ma risorse esistenti riallocate e finalmente distribuite.
“La ricerca industriale è un campo di vitale importanza per il nostro Paese e per il destino di molti lavoratori- dice il Presidente Nazionale del Patronato Epas, Denis Nesci- e le risorse destinate a questo settore vanno impiegate con grande oculatezza e precisione. Dobbiamo continuare ad avere grande fiducia nello spirito di iniziativa e nel modo di operare delle aziende italiane- aggiunge ancora Nesci- che hanno dimostrato di essere una risorsa preziosa per il nostro sistema economico”.
I fondi in questione sono dunque destinati al tentativo di far ripartire l’attività imprenditoriale italiana, il fulcro delle speranze di ripresa economica del nostro Paese. I percorsi attraverso cui si tenterà di far fruttare queste risorse sono tre, secondo quanto indicato dal decreto ministeriale 593 del 2000: uno di tipo bottom up (dal basso verso l’alto) che servirà a premiare i progetti di ricerca industriale, vale a dire riconducibili a innovazioni di prodotto, servizi o formazione; un altro top down, dall’alto verso il basso, relativo ad attività di programmazione o di concerto con altri enti pubblici; infine, uno di erogazione automatica di contributi alle Pmi che provvederanno ad adottare misure quali la concessione di borse di studio per corsi di dottorato, l’assunzione di ricercatori o qualunque altra soluzione che possa incentivare la formazione e l’occupazione.
Uno sportello, creato ad hoc, dovrà occuparsi della gestione di 510 milioni di euro a cui avranno accesso le aziende che risponderanno a determinati requisiti stabiliti da un successivo decreto ministeriale: quelle che attingeranno a tale fondo rotativo saranno chiamate a rimborsare il prestito ottenuto in dieci anni, ad un tasso dello 0,5%. Saranno finanziabili cinque tipi di progetti: la ricerca in ambito nazionale a tutti i livelli, quella relativa ai programmi intergovernativi di cooperazione, i piani per la formazione di ricercatori nel settore industriale e per la formazione di tecnici, e infine la ristrutturazione dei centri di ricerca. 290 milioni di euro di contributi in conto capitale verranno utilizzati per la promozione di iniziative di programmazione negoziata, e di questi 100 milioni avranno lo scopo di favorire la partecipazione delle aziende del Centro-Nord al primo bando “Ricerca e competitività 2010-2013”, altrimenti destinato soltanto a Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Altri 95 milioni di euro, compresi i fondi del Ministero del Lavoro, riguarderanno le iniziative di riorientamento e recupero di competitività di strutture di ricerca industriale, incluse le attività di formazione; 74 milioni di credito d’imposta serviranno per specifici bandi del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, 50 per ricerca e borse di studio, 10 per attività di spin off di docenti universitari o ricercatori che volessero costituire un’apposita società.