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L’amianto è da tempo segnalato come uno dei più pericolosi elementi per l’uomo, tanto da essersi guadagnato il macabro epiteto di “killer silenzioso”: le cifre che lo riguardano sono raccapriccianti, e purtroppo la lotta per combatterlo e metterlo fuori causa è ancora lunga e faticosa, sebbene sia ormai ben avviata. E rimane tanto da fare anche per quel che concerne le norme attraverso cui stabilire le responsabilità di certi atteggiamenti che hanno esposto molte persone al contatto con l’amianto, ma un segnale in tal senso è comunque arrivato.
Come comunica anche l’Inail sul proprio sito, sono stati infatti istruiti 57 casi per far ottenere risarcimenti extragiudiziali a dipendenti militari e civili italiani danneggiati dal contatto con apparecchiature contenenti amianto su navi americane cedute all’Italia o transitate nei porti del nostro Paese. Il lavoro degli avvocati Cohen (Philadelphia, USA) e Magni (Milano) ha fatto si che si concretizzasse il primo accordo di risarcimento extragiudiziale per un dipendente civile della Difesa, sottoscritto tra i parenti di un ex operaio dell’Arsenale militare di Taranto, deceduto sei anni fa a causa di un mesotelioma pleurico, e la società americana che aveva fornito le apparecchiature. La somma corrisposta ai parenti della vittima sarà di 100mila dollari, come comunicato dalla stessa avvocatessa Sabrina Magni.
“Il Patronato Epas esprime grande soddisfazione per le iniziative che, come i provvedimenti in questione, hanno il pregio di far luce sulle responsabilità di casi dolorosi come quelli relativi ai dipendenti che contraggono malattie terribili a causa dell’esposizione all’amianto- è il commento di Denis Nesci, Presidente Nazionale dell’Ente di Patronato e di Assistenza Sociale- e che stabiliscono gli importi da erogare alle famiglie come risarcimento dei drammi che hanno vissuto. Rimane ancora moltissimo da fare, e invitiamo tutte le aziende e tutti gli enti pubblici e privati a non commettere gli errori fatti troppe volte in passato, consistenti soprattutto nel sottovalutare pericoli letali come quelli causati appunto dall’amianto. Non bisogna mai- continua Nesci- abbassare la guardia in materia di prevenzione e di tutela dei lavoratori”.
La necessità di intervenire in via legislativa e finanziaria è dunque impellente, come sottolineano anche le organizzazioni che rappresentano il mondo dell’artigianato delle piccole e medie imprese e della cooperazione. Occorre garantire il giusto risarcimento a chi vive tragedie di questo tipo, oltre che, naturalmente, continuare e intensificare la lotta senza quartiere contro il contatto con una sostanza così nociva.