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Ormai stufe di sentirsi “diverse” le donne rivendicano ancora la parità dei sessi e il decreto legislativo 5 del 25 gennaio 2010 le accontenta.
Alle lavoratrici dovrà essere garantita non solo la parità di condizioni ma soprattutto la stessa retribuzione dei colleghi maschi. In caso contrario pene durissime: l'inottemperanza del datore di lavoro al decreto del giudice è punita con l'ammenda fino a 50mila euro o con l'arresto fino a sei mesi.
Con il nuovo articolo 28 del Dlgs 198/06 viene proibita qualsiasi discriminazione diretta o indiretta su qualunque aspetto di uno stesso lavoro o un lavoro a cui è attribuito un valore uguale.
Con l'entrata in vigore del Dlgs 5/2010, il 20 febbraio prossimo le lavoratrici, inoltre, acquisiranno il diritto di proseguire il rapporto di lavoro fino agli stessi limiti di età previsti per gli uomini (65anni).
Al Codice delle pari opportunità è aggiunto l'articolo 41-bis che assicura la tutela giurisdizionale alla «vittimizzazione», ossia ai comportamenti messi in atto contro una persona che si è attivata per ottenere il rispetto del principio di parità di trattamento fra uomini e donne.