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Torna indietro    da "EPAS NOTIZIE" del 10/02/2010

S.O.S. RICERCA E OCCUPAZIONE: IL CASO GLAXO

“È necessario che i casi più spinosi vengano risolti nel modo più saggio e tenendo sempre ben presenti i diritti della comunità, dei cittadini e dei lavoratori. Chiediamo che prevalga il buon senso ogni qualvolta gli interessi commerciali di una grande azienda siano legati anche a più alti fini di assistenza alle persone”.

Con queste parole Denis Nesci, il Presidente Nazionale dell’Epas, Ente di Patronato e Assistenza sociale, esprime il proprio pensiero riguardo i delicati equilibri che si vengono molte volte a creare fra gli interessi delle multinazionali e le esigenze di chi usufruisce di determinati servizi, specialmente in settori particolari. A questa casistica è riconducibile, ad esempio, la vicenda della britannica Glaxo, seconda produttrice mondiale di farmaci la quale, nonostante non sia in perdita a causa della crisi, ha deciso comunque di operare delle scelte impopolari e che, inevitabilmente, porterebbero delle gravi conseguenze. Da Londra è arrivata infatti la voce che il Centro di ricerca sulle neuroscienze di Verona deve chiudere, a causa del fatto che la crescita dell’azienda è di un 3% inferiore alle attese: si tratta di una notizia che ha creato preoccupazione e tristezza per una serie di motivi. Il centro, infatti, ospita 550 scienziati alle prese con studi su depressioni e tossicodipendenze, oltre ad altri 2000 dipendenti, e il lavoro svolto all’interno della struttura si è guadagnato il riconoscimento di “eccellenza mondiale” da parte dell’Oms: ora queste persone si trovano, nonostante l’eccellenza del proprio lavoro, davanti a un bivio. Oltretutto la chiusura di questo gioiello di efficienza sarebbe un durissimo colpo anche per la ricerca e la scienza, sacrificate sull’altare della finanza e delle logiche di mercato.

Il ministro Sacconi ha espresso la propria contrarietà davanti all’ipotesi di una chiusura, interpretata da più parti come un atto unilaterale, e ha chiarito che, sebbene ognuna della parti in causa abbia il proprio ambito di libertà, bisogna sempre tenere bene in mente che questa libertà è affiancata dalla responsabilità; inoltre, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali ha ricordato che i 26 milioni di euro stanziati dal Governo Italiano per la Glaxo non si sposano affatto con i tagli operati dalla casa farmaceutica.

“Si tratta di un problema che ha radici profonde e che ha bisogno di un’analisi attenta e dettagliata per poter trovare una soluzione in grado di salvaguardare i diritti di tutti e di non impoverire ulteriormente il campo della ricerca- dice ancora Nesci- e di sicuro occorre uno sforzo comune per andare oltre i propri interessi. D’altra parte però- continua il Presidente Epas- è fondamentale che le aziende che decidano di investire in Italia vengano messe in condizione di scegliere di non lasciare il nostro Paese, e perché ciò avvenga si deve investire in una progettazione intelligente e di ampio respiro, in cui nulla venga lasciato al caso e vengano fissati degli obiettivi precisi. Bisogna insomma creare un terreno fertile per attirare le multinazionali e spingerle a creare lavoro da noi, anche e soprattutto per favorire l’impiego dei nostri cervelli, i quali, ahimè troppo spesso, sono costretti ad emigrare per mettere al servizio della scienza le loro competenze”.



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