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Torna indietro    da "EPAS NOTIZIE" del 12/02/2010

CONTRIBUTI, DIFFERENZE SOSTANZIALI TRA DIPENDENTI E AUTONOMI

I dati relativi alle pensioni in possesso dell’Inps illustrano un quadro molto particolare riguardo le differenze tra lavoratori dipendenti e autonomi; in relazione alle somme versate, non si tratta di discrepanze da pochi spiccioli, ma di importi dal valore doppio.

"Sono dati che fanno riflettere- dice al riguardo Denis Nesci, Presidente Nazionale del Patronato Epas- perchè esprimono una disparità sostanziale su cui bisogna riflettere e intervenire. I numeri dell'inps parlano di una realtà che, agli occhi di molti lavoratori, appare poco equa e quasi beffarda, penalizzando alcuni e privilegiando altri. Crediamo sia molto importante trasmettere il messaggio che tutti i lavoratori, dipendenti e autonomi, abbiano pari diritti e godano di uguali tutele".

Nel 2008 infatti, secondo quanto recitano i numeri forniti dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, è di 7.954 euro la cifra di contributi che, in media, ogni dipendente ha versato alle casse dello Stato; andando nello specifico, gli apprendisti hanno pagato 1.797 euro, gli operai 6.647 euro, gli impiegati 9.626 euro, e i dirigenti 45.694 euro. A fronte di queste cifre, il contributo degli artigiani alla propria pensione è stato, in media, di 3.727 euro ciascuno, mentre ogni commerciante ha versato, mediamente, 3.652 euro, e i parasubordinati 3.680 euro (con l’ulteriore distinzione tra i collaboratori, che hanno pagato 3.540 euro, e i professionisti che, privi di una propria cassa, sono iscritti a questa gestione, e che hanno versato 4.630 euro); cifre ancora più basse quelle relative ai contributi dei lavoratori agricoli, che si attestano a 1.800 euro al mese. Si tratta dunque di differenze molto consistenti, che non trovano riscontri però nelle pensioni che vengono versate alle diverse categorie: i lavoratori autonomi, infatti, incassano una pensione leggermente più bassa dei lavoratori dipendenti, ma le differenze di importo non sono per nulla paragonabili a quelle relative ai contributi versati. Traducendo in numeri questa considerazione, le pensioni pagate (sempre in media) dall’Inps ai lavoratori dipendenti sono state pari a 9.870 euro annui, mentre quelle incassate dai lavoratori autonomi sono state di 7.630 euro, che in percentuale vuol dire il 77% del valore delle pensioni per i dipendenti.

Il rendimento dei contributi versati dagli autonomi appare dunque nettamente superiore in termini di pensione. Ciò è legato in primis alla netta disparità delle aliquote applicate, ma influisce in larga misura anche il meccanismo di pagamento: il versamento per i lavoratori dipendenti, infatti, avviene sotto forma di ritenuta alla fonte, mentre gli autonomi pagano in base ai redditi dichiarati. La legge, nel tentativo di arginare in qualche modo fenomeni di sottocontribuzione grave, ha fissato un minimo di reddito sul quale artigiani e commercianti devono, in ogni caso, pagare. Per il 2008 tale minimo è stato fissato a 13.819 euro, e questo limite è quanto dichiarato dal 56% degli artigiani e dal 65% dei commercianti, che quindi si sono trovati a pagare contributi su un reddito annuo inferiore ai 14 mila euro. 
 


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