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Torna indietro    da "EPAS NOTIZIE" del 16/03/2010

L'EUROPA TASTA IL POLSO ALLE ECONOMIE NAZIONALI

L’Unione Europea è pronta a distribuire le “pagelle” agli Stati membri in riferimento all’obiettivo rappresentato dal Patto di Stabilità, momento di grandissima importanza che, in un momento come quello attuale, caratterizzato dalla crisi economica, diventa ancor più delicato.

“Restare in linea con le disposizioni e i dettami dell’Unione Europea è di vitale importanza- dice Denis Nesci, Presidente Nazionale del Patronato Epas- e siamo sicuri che, una volta messo definitivamente alle spalle il periodo nero della crisi, cosa che peraltro sta lentamente avvenendo, l’economia italiana sarà pronta a ripartire con rinnovato entusiasmo e con nuova energia”.

I Governi di tutti i Paesi aspettano dunque la valutazione del loro operato da parte di Bruxelles, da cui arriveranno giudizi e suggerimenti, ma anche, laddove si reputi necessario farlo, tiratine d’orecchio e inviti a seguire pedissequamente le linee guida tracciate in sede comunitaria. Ovviamente anche l’Italia rientra tra le nazioni “esaminate”, e domani, 17 marzo, verranno diffuse le conclusioni a cui la Commissione Europea è giunta dopo aver accuratamente analizzato la realtà economica del Belpaese. Il bilancio non può di certo essere assolutamente positivo e privo di pecche per nessuno dei Paesi interessati, alle prese con un problema di portata straordinaria e globale, che sarebbe ingenuo considerare come totalmente superato.

Il responso dell’UE relativamente ai risultati raggiunti dall’Italia è sintetizzabile come una parziale promozione: la strada tracciata sembra poter portare a buoni risultati, ma solo a patto che le indicazioni europee vengano seguite e che si provveda a intervenire su carenze che, se trascurate, rischiano di vanificare quanto di buono è stato fatto e potrebbe ancora essere realizzato. Andando più nello specifico, l’Unione Europea invita il nostro Paese a proseguire nel consolidamento delle finanze pubbliche, operazione in cui i risultati raggiunti sono definiti apprezzabili, ed a mettere in atto fondamentali riforme strutturali  a medio e lungo termine, poiché è necessario intervenire su settori particolari, come ad esempio la spesa pensionistica.

Non mettere in pratica le riforme richieste significherebbe compromettere una situazione già molto difficile per quel che concerne alcuni punti decisivi, primo fra tutti quello della competitività. La sfida per l’Italia deve dunque riguardare la competizione e di mercato, l’ambiente, gli affari, la qualità dei servizi pubblici e il funzionamento del mercato del lavoro, senza trascurare la spesa sociale, che deve indirizzata verso un sistema più comprensivo e uniforme di ammortizzatori sociali e sussidi alla disoccupazione. Solo raggiungendo obiettivi di questa portata sarà possibile dare un seguito ai leggeri (ma importantissimi) progressi registrati in termini di crescita del prodotto interno lordo.
 


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