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Torna indietro    da "EPAS NOTIZIE" del 13/04/2010

INDUSTRIA: INIZIA LA RIPRESA?

A volte un piccolo passo può rappresentare un grandissimo risultato, e un progresso impercettibile, che in altri momenti sarebbe stato pressoché insignificante, può invece racchiudere un grandissimo valore e aprire prospettive diverse, meno buie. È un po’ quello che sta succedendo all’industria italiana, afflitta dal terribile male della crisi, che a febbraio ha dato un segnale positivo aspettato da tempo col fiato sospeso: nel secondo mese del 2010, finalmente, si è registrato il primo incremento tendenziale su base annua, cosa che non accadeva dall’aprile 2008.

E così, al pari di un malato che dà segnali di risveglio, che per forza di cose devono essere flebili, la nostra economia ha fatto registrare un segno “+” rispetto all’anno scorso, ma allo stesso tempo la variazione mensile è stata nulla. Siamo dunque davanti a un’indicazione fittizia di crescita? Non esattamente. Rifacendoci ai latini verrebbe da dire che “La virtù sta in mezzo”, e davanti alle oscillazioni economiche conseguenti alla recessione essere prudenti è d’obbligo: affermare che le variazioni positive della produzione industriale siano segnali inequivocabili di una ripresa ormai inarrestabile è altrettanto inesatto che bollare come numeri ingannevoli quelli indicanti piccoli miglioramenti. La nostra industria, come del resto l’economia tout court, è in una fase di convalescenza, soggetta quindi tanto a ricadute quanto a intraprendere la via della guarigione.

“Cogliere i segnali positivi che provengono dall’industria è doveroso- è il pensiero di Denis Nesci, Presidente Nazionale del Patronato Epas- e permette di guardare con ottimismo al futuro. La ripresa è possibile, a patto che, ovviamente, si dia fondo a tutte le energie, le competenze e le risorse degli italiani”.

A suffragare le tendenze all’ottimismo di chi spinge ad avere un atteggiamento positivo intervengono le parole di Josè Manuel Barroso, Presidente della Commissione Europea, il quale ha avuto parole di elogio per il nostro Paese: Barroso ha infatti definito “solida” la nostra economia, rinnovando l’invito a improntare al rigore e alla disciplina la gestione dei conti pubblici e a mettere in atto quelle riforme sempre più necessarie. Le parole del presidente della Commissione Europea sono state salutate con soddisfazione dai ministri italiani, anche se appare chiaro come la ripresa sia ancora troppo soggetta a selettività e discontinuità per offrire garanzie di un certo spessore per il futuro. La strada appare ancora molto lunga e lastricata di grosse difficoltà, e il rischio è che la crisi possa aver fatto danni proprio in una prospettiva di lungo periodo, incidendo parecchio sulle potenzialità di sviluppo.

“La prudenza è sicuramente obbligatoria nel valutare i progressi della nostra industria- aggiunge ancora Nesci- poiché solo rimanendo coi piedi per terra sarà possibile prendere coscienza della reale situazione dei vari comparti dell’economia italiana. Esaltarsi può essere dannoso soprattutto nel generare un rilassamento inconscio, un lusso che ora non possiamo permetterci; i segnali di ripresa- prosegue il Presidente Epas- devono fungere da stimolo per far capire a tutti che, con sacrificio e impegno, anche l’ostacolo della crisi può essere messo alle spalle”.
 


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