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I certificati di malattia online diventano realtà: dopo mesi di discussione al riguardo, finalmente arriva il momento della sperimentazione, al fine di eliminare le lungaggini burocratiche e gli sprechi di carta che caratterizzavano il sistema ancora in atto.
“L’era telematica è ormai una realtà incontrastabile che- sono le parole di Denis Nesci, Presidente Nazionale dell’Epas- interviene con grandi e piccole rivoluzioni che investono ogni settore. Davanti ad essa bisogna avere un approccio benevolo, poiché permette un risparmio importante di tempo e di materiali praticamente in ogni aspetto della nostra vita. Anche in ambito istituzionale- continua il Presidente del Patronato sito in Via Santa Croce in Gerusalemme, a Roma- i vantaggi sono notevoli, ed è opportuno metterli a frutto”.
Sulla base delle indicazioni contenute nella riforma promossa dal Ministro della Pubblica Amministrazione Brunetta, la dichiarazione del medico giungerà praticamente in tempo reale all’Inps, e lo stesso ente previdenziale provvederà ad informare il datore di lavoro. Il nuovo sistema, che attinge a piene mani dalle rivoluzioni proposte da Internet, interesserà ben 15 milioni di dipendenti pubblici e privati, e renderà possibile un consistente snellimento dei tempi per scoprire le truffe, dando vita a un monitoraggio continuo delle assenze. La fase pilota, in cui si potranno rilasciare sia le attestazioni online che quelle cartacee, avrà una durata di tre mesi, e lascerà definitivamente il campo al solo invio telematico a partire dal 19 luglio.
I Ministeri della Salute e dell’Economia, lo scorso 26 febbraio, avevano emanato un decreto in cui si definivano le modalità tecniche relative alla predisposizione e all’invio telematico dei dati riferiti alle certificazioni di malattia, da indirizzare al Sistema di accoglienza centrale. La fase di rodaggio sarà dunque l’introduzione a quello che si ipotizza possa essere un periodo di risparmi importanti, che dovrebbero concretizzarsi in 500 milioni di euro e in 100 milioni di documenti cartacei. Il lavoratore verificherà l’attestato di malattia nel sistema attraverso il codice fiscale e il numero di protocollo, e si potrà parlare di illecito nel caso in cui il medico non invierà la documentazione; il licenziamento scatterà con la reiterazione di un comportamento illecito che, per le strutture e i professionisti convenzionati con il sistema sanitario nazionale si tradurrà nella fine dell’accordo.
Dice ancora il Presidente Nesci: “Poter contare su un sistema più efficace, più rapido e meno oneroso crediamo sia una cosa estremamente positiva, un miglioramento strutturale da cui trarranno benefici tutti quanti, pertanto non possiamo che salutare con soddisfazione questa importante novità”.
Tutto è dunque pronto per l’inizio di una nuova epoca, in cui lo Stato non dovrà più sborsare 10 euro per ogni pratica di assenza di malattia; i lavoratori saranno alle prese con un nuovo corso, e dovranno tenere sempre ben presente che lo spazio di reperibilità è di 7 ore al giorno.