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Torna indietro    da "EPAS NOTIZIE" del 16/04/2010

SVOLTA TECNOLOGICA ANCHE PER I NOTAI

Figura molto antica e caratteristica dei Paesi Latini, il notaio sta vivendo appieno il momento di grandi trasformazioni che ha investito tutte le categorie professionali a cavallo tra il XX e il XXI secolo. Si tratta di una figura per certi versi atipica, libero professionista e contemporaneamente pubblico ufficiale, di cui non esiste l’esatto corrispettivo nei Paesi organizzati secondo il diritto anglosassone; oggi il lavoro del notaio è dunque alle prese con un altro passo fondamentale della sua storia, quello relativo all’informatizzazione della professione.

“Come per ogni settore del lavoro e per ogni ambito professionale- spiega Denis Nesci, Presidente nazionale Epas- è fondamentale adeguarsi ai tempi per non risultare inadeguati davanti ai bisogni e alle esigenze sociali. Ovviamente i notai non rappresentano un’eccezione in tal senso, anzi; per questo motivo il processo di informatizzazione del loro lavoro è assolutamente doveroso e irrinunciabile”.

Il processo di modernizzazione, in realtà, è iniziato da anni, da quando si sono cominciate ad investire somme importanti per la realizzazione del sistema informatico: era il 1997, e veniva dato definitivamente il via ad un nuovo corso, in modo tale da annullare tutte le perplessità legate a una categoria tacciata di essere troppo antica, cara, corporativa e nepotista. Una questione legata quindi soprattutto all’immagine, che il passaggio incondizionato alle nuove tecnologie può riuscire (almeno in parte) a riabilitare; dal canto loro, i notai si difendono snocciolando cifre che sembrano poter smentire quanto di poco lusinghiero si dice sul loro conto. La cifra spesa per provvedere a render concreto il passaggio al web è di 14 milioni di euro, e tutti i notai sono collegati online con Agenzia delle Entrate, Infocamere, Agenzia del territorio, uffici catastali, Aci e Ministero dei Beni culturali; inoltre, da cinque anni i notai risultano muniti di posta certificata, e il loro ricorso alla firma digitale rappresenta il primo esempio italiano di e-government. Riguardo il personale, i figli di notai costituiscono meno del 18%, mentre la percentuale di donne è passata dal 17% del 1991 al 28% odierno, con punte del 42% riguardo gli under 40.

Il notaio del Terzo Millennio, insomma, sembra voler rivendicare in ogni modo il suo essere all’avanguardia, al passo coi tempi di una società che va sempre più di fretta. Ma accanto a questa dimensione moderna e tecnologizzata, i notai tengono tantissimo al proprio ruolo sociale, faticosamente conquistato con il lavoro di tanti decenni: se è vero che alcune competenze esclusive sono andate perdute, è altresì innegabile le maggiori garanzie fornite dalla categoria, in virtù del loro ruolo di rappresentanti dello Stato. È proprio questo onere aggiuntivo che, a loro avviso, giustifica la necessità di una tariffa certa e inderogabile, contro cui di recente erano state avanzate proposte alternative.
 


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