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Torna indietro    da "EPAS NOTIZIE" del 10/05/2010

NUOVE NORME CONTRO IL LAVORO SOMMERSO

Contrastare il lavoro nero, questo è l’obiettivo che si propone il Collegato Lavoro, attraverso la scelta di verifiche capillari per punire le condotte illegali. La decisione di intensificare i controlli è evidente nella scelta di includere tra coloro che dovranno effettuarli, non solo gli Ispettori del Ministero del Lavoro, ma tutti i funzionari degli istituti previdenziali, le forze dell’ordine e l’Agenzia delle Entrate.

Una novità di rilievo è quella relativa alla sanzione amministrativa che risulta fino a 12mila euro per ciascun lavoratore irregolare, maggiorata di 150 euro per ciascuna giornata di lavoro effettivo. Nel caso di spontanea regolarizzazione del rapporto di lavoro, invece, il Collegato Lavoro, prevede l’applicazione di una sanzione amministrativa ridotta, che va da 1.000 a 8.000 euro per ciascun lavoratore irregolare, maggiorata di 30 euro per ciascuna giornata di lavoro irregolare.
 
Il lavoro nero rappresenta uno dei principali problemi, e non solo nel nostro Paese- afferma il Presidente Nazionale EPAS Denis Nesci- che colpisce la dignità e la sicurezza dei lavoratori, nuocendo la parte sana del sistema produttivo e causando evasione fiscale e previdenziale”.

Contrastare l’economia sommersa è la premessa per aumentare il livello di democrazia e cittadinanza nel nostro Paese- continua il Presidente Nesci- per qualificare il sistema produttivo, rendere più moderno e giusto il sistema di protezione sociale e combattere così l’illegalità diffusa”.

I lavoratori più colpiti sono sicuramente le donne, pari al 47, 4% dell’occupazione sommersa totale, di cui il 56, 9% nel settore dei servizi, il 79, 6% nell’istruzione, sanità e servizi sociali ed infine il 77,7% nei servizi domestici. Nel caso femminile, l’irregolarità si maschera da singolare strumento di flessibilità, con la spiegazione che non c'è alternativa più vantaggiosa per conciliare famiglia e lavoro.

 


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