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Dare la possibilità a Istituti universitari o scientifici di alta specializzazione di avviare progetti di studio e di ricerca su malattie professionali e infortuni.
Ecco l’iniziativa avviata e finanziata dall’INAIL. I destinatari potranno approfondire la conoscenza delle patologie cliniche legate ai fenomeni infortunistici, utilizzando metodologie prettamente scientifiche.
“La comparsa di nuove patologie legate agli ambienti di lavoro dovute al cambiamento dei rischi ed alle esposizioni professionali- afferma il Presidente Nazionale EPAS Denis Nesci- richiedono necessariamente lo sviluppo di attività di indagine e ricerca per colmare il deficit conoscitivo e poter ridurre così il numero e la gravità di tali fenomeni".
Il fenomeno delle malattie professionali, soprattutto, presenta la peculiarità di una insorgenza lenta e subdola, che richiede tempi anche molto lunghi prima di manifestarsi. Inoltre, è noto agli organi istituzionali e non, che i dati ufficiali sul fenomeno tecnopatico, in particolare, soffrono di una storica sottovalutazione, attribuibile a una serie di motivi tra cui, appunto, i lunghi periodi di latenza di alcune patologie e le difficoltà di individuazione e accertamento del nesso causale.
“La ricerca svolta in questi settori non può che essere un aiuto a tracciare e verificare una metodologia di indagine- continua il Presidente Nazionale EPAS- così da sensibilizzare ulteriormente le istituzioni coinvolte sulle malattie professionali”.
“La mia speranza- continua il Presidente- è che possa servire a ridurre anche il problema della sottodenuncia esistente”.
Le tematiche scelte dall’Istituto infortunistico su cui avviare i progetti riguarderanno le malattie professionali in agricoltura, quelle causate da amianto, radon, onde elettromagnetiche e le patologie neurologiche degenerative.