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Il 2010, così come annunciato da Governo, istituzioni ed enti previdenziali, doveva essere l’anno dei controlli straordinari relativamente alla lotta all’evasione fiscale, al lavoro sommerso e ad altre piaghe che danneggiano gravemente la legalità e il rispetto delle regole in diversi ambiti del nostro Paese, come ad esempio quello fiscale e quello lavorativo e che, per colpa di un malcostume diffuso, sono da anni sopportati e accettati.
L’annuncio fatto all’alba dell’anno in corso è stato tradotto in azioni concrete, al fine di svelare i troppi lati oscuri che minano il regolare svolgersi della vita occupazionale italiana, in special modo al Sud; a tal proposito, arrivano i primi dati raccolti nell’ambito del “Piano straordinario di vigilanza per l’agricoltura e l’edilizia nelle Regioni Calabria, Campania, Puglia e Sicilia”, relativi ai controlli effettuati a marzo e aprile 2010, in ottemperanza a quanto stabilito con l’approvazione del piano medesimo, avvenuta lo scorso 28 gennaio.
“Il piano approvato dal Consiglio dei Ministri- ha detto Denis Nesci, Presidente Nazionale Epas- rappresenta un’iniziativa davvero lodevole, di assoluto valore, per quel che concerne la lotta ai mali che tormentano la legalità nel nostro Paese, specialmente nel Mezzogiorno. Sono sicuro che la linea intrapresa è quella giusta per raggiungere grandi risultati in questo senso”.
E i primi numeri arrivati, come facilmente prevedibile, parlano di un mondo sommerso per nulla trascurabile: i lavoratori trovati totalmente in nero nelle Regioni interessate sono 1.280, un vero esercito, mentre le aziende sospese sono state ben 350 (di queste, ne sono tornate a lavorare 253). È il Ministero del Lavoro a diffondere in dati in questione, raccolti grazie all’attività congiunta di Inps, Inail, Forze dell’Ordine e personale ispettivo del dicastero. I dati, è bene precisarlo, non comprendono la realtà siciliana, poiché l’attività ispettiva in quell’area rientra nelle competenze specifiche regionali, e il protocollo al riguardo è in corso di definizione.
Relativamente alle aziende agricole risultate irregolari, si registrano percentuali altissime tra quelle ispezionate in Calabria (63%), ma anche in Campania la situazione non è felice (42%); la Puglia invece fa registrare un preoccupante 60% in relazione alle aziende edili sottoposte a verifica. Il lavoro nero continua inoltre ad essere una drammatica realtà in tutte le imprese del Meridione, coinvolgendo sia lavoratori italiani che stranieri.
“Quello che rimane da fare per stanare e sconfiggere i numerosissimi casi di lavoro irregolare è molto difficile e richiede sicuramente tempi lunghi- aggiunge Il Presidente del Patronato Epas- ma l’importante è iniziare a prendere coscienza dell’urgenza di intervenire su un problema sotto gli occhi di tutti, ma troppo spesso messo in secondo piano. Allo stesso modo- dice poi Nesci- è fondamentale promuovere e diffondere la cultura della legalità, soprattutto tra le nuove generazioni, per iniziare a costruire un futuro diverso, improntato al rispetto delle regole”.