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“Le nuove tendenze del mercato del lavoro sono sempre più attuali e rappresentano una vera e propria rivoluzione sociale destinata inevitabilmente a portare dei cambiamenti di grande sostanza su usi, abitudini e modo di concepire l’approccio a determinate figure professionali, influenzando di conseguenza il modo di promuovere le proprie competenze da parte degli stessi professionisti”.
Questo afferma Denis Nesci, Presidente Nazionale del Patronato Epas, analizzando la continua ascesa del low cost in tantissimi settori occupazionali. Il fenomeno, presente nel nostro Paese da qualche anno, ha ovviamente trovato lo slancio definitivo dopo che la crisi economica ha obbligato molti cittadini ha selezionare con cautela e parsimonia il numero delle spese da affrontare puntando, molto spesso, su consulenze a prezzi bassi. Questa realtà, sempre più accentuata, ha dato vita a una sorta di mercato parallelo che riguarda molte professioni ma che, non necessariamente, entra in conflitto con quello che potremmo definire “tradizionale”: molto spesso, infatti, la stessa persona che offre consulenza low cost continua ad esercitare la propria professione secondo le modalità canoniche.
“I mutamenti sociali, e tra questi rientrano indubbiamente quelli relative al mondo del lavoro- dice in aggiunta il Presidente Nesci- vanno analizzati serenamente, e per fare ciò è necessario capire quali vantaggi possano originare per la società; per quel che concerne il supporto a prezzi contenuti da parte di determinate figure professionali- osserva ancora il Presidente Epas- ben vengano se rappresentano, così come sembra, uno strumento per fornire delle prestazioni a determinate fasce della popolazione per le quali altrimenti sarebbero inaccessibili”.
Le categorie interessate al mutamento in corso sono dunque diverse, e tra tutte quelle particolarmente attive in questa metamorfosi, o meglio in questa sorta di “dimensione parallela”, sono gli avvocati, i dentisti, gli architetti e gli psicologi. La nuova tendenza ha tratto giovamento anche dal decreto sulle liberalizzazioni del 2006, con il quale è stato consentito ai professionisti di pubblicizzare la propria attività e si è provveduto ad abolire le tariffe minime; il resto lo hanno fatto la necessità di una maggiore oculatezza nelle scelte di spesa dei cittadini e la qualità insita nell’operato dei professionisti che offrono servizi a prezzi contenuti.
E così sono sempre più numerosi gli esempi di servizi low cost: dai negozi del diritto, in cui si è ricevuti anche senza appuntamento e il primo colloquio è spesso gratuito, alle cliniche dentistiche a prezzi scontati, nati per combattere il turismo dentale verso Paesi più convenienti, passando per le consulenze virtuali degli architetti low cost e per le vetrine sul web di psicologi che nella seduta faccia a faccia sostituiscono il tradizionale lettino con una più informale sedia; l’universo delle prestazioni a costi contenuti continua a proliferare ma, come dice ancora il Presidente del Patronato Epas, Denis Nesci “La parola d’ordine deve essere sempre, inderogabilmente, qualità: senza di essa qualunque tipo di risparmio non avrebbe senso. I professionisti che optano per un abbassamento del prezzo delle loro prestazioni devono comunque garantire standard di lavoro elevati ai clienti”.