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Le analisi del fondamentale rapporto tra università e lavoro continuano a tenere banco in questi giorni in diversi ambienti dell’universo occupazionale e del mondo accademico: l’ultimo importante contributo arriva dal consorzio Almalaurea, che ha presentato i dati relativi al XII Profilo dei laureati italiani.
“Le informazioni comunicate da Almalaurea meritano una scrupolosa analisi e una riflessione molto attenta- è il pensiero del Presidente Nazionale del Patronato Epas, Denis Nesci - poiché consentono di avere un quadro preciso e completo sul panorama dell’istruzione in Italia e, di conseguenza, permettono di adottare le giuste contromisure per contrastare problemi e difficoltà che caratterizzano in negativo vari aspetti degli atenei italiani”.
Ciò che traspare dal resoconto del consorzio è un insieme di preziose indicazioni condite dal persistere di ombre e dall’emergere di luci che rappresentano indubbiamente dei segnali di grande valore; se infatti è vero che il numero relativo agli abbandoni nel primo anno universitario rimane decisamente alto (anche se in calo rispetto al passato), d’altra parte è aumentato il numero di laureati e si è abbassata al contempo l’età cui si giunge all’ambito traguardo della laurea. Inoltre, a fronte di un incoraggiante aumento di esperienze lavorative condotte durante gli studi, molto spesso coerenti con il percorso universitario intrapreso, continua la carenza di mezzi di cui dispone il settore della ricerca.
“Almalaurea- prosegue il Presidente Epas- da punto di riferimento essenziale e affidabile per chi vuol conoscere il mondo universitario nei suoi diversi aspetti, fornisce delle chiavi di lettura di grandissimo valore per poter farsi un’idea di quella che è la realtà di oggi. Appare chiaro- dice ancora Nesci- che i progressi fatti registrare dagli studenti vadano ascritti al merito dei moltissimi giovani che affrontano con responsabilità, impegno e dedizione l’università e che, se messi in condizione di rendere al meglio durante il loro percorso di studi, possono dare davvero tanto”.
Valorizzare al massimo le qualità e le competenze degli studenti italiani è, a detta di tutti, indifferentemente dal colore politico e dal ruolo occupato, un’esigenza primaria a cui, ancora adesso, non viene dato probabilmente il dovuto peso. Lo strumento dell’istruzione rappresenta una sorta di garanzia riguardo la qualità e l’eccellenza professionale, elementi essenziali per dare impulso alla crescita: per questa ragione, nonostante la crisi, sembra sempre più necessario fare qualcosa di concreto in tal senso.