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Nel 1999 l’allora Segretario Generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, lanciava l’iniziativa del “Patto Globale”, al fine di promuovere la cultura della cittadinanza d’impresa e il principio sempre più importante di responsabilità sociale delle aziende; ora, a distanza di 11 anni, l’Onu vara il codice etico che fungerà da guida a tutti coloro che del progetto in questione fanno parte. L’appuntamento è per fine mese a New York, quando si darà vita a un summit mondiale con centinaia di imprese e organizzazioni di vario tipo. Le imprese italiane che aderiscono sono oltre 200.
“La questione etica, fortunatamente, è sempre più al centro delle logiche aziendali- dice Denis Nesci, Presidente Nazionale del Patronato Epas- ed è sempre più un’importantissima voce per valutare l’efficienza e la competitività di un’impresa. Con queste premesse, l’interesse dell’Onu per le tematiche ad essa connesse- aggiunge il Presidente Nesci- non può che rappresentare il logico sbocco di un percorso difficile ma che, finalmente, pare giunto a compimento: quello cioè che inserisce la responsabilità sociale, con tutto ciò che essa implica, al centro delle strategie aziendali”.
Il principio di base, troppe volte trascurato in passato, è che globalizzazione e sostenibilità possano, anzi debbano, andare di pari passo: l’economia di mercato non può più permettersi il lusso di trascurare l’etica, per cui è chiamata a mettere sempre in primo piano valori imprescindibili come il rispetto dei diritti umani, la tutela dell’ambiente, i diritti dei lavoratori, la lotta alla corruzione. La convinzione generale diventa dunque quella secondo cui i mercati possono crescere solo in società sane.
Il sistema Global Compact mira ad assumere un ruolo particolare all’interno di questa logica, e le potenzialità di questo progetto sono testimoniate dal fatto che ad esso aderiscono aziende europee, americane, di Paesi ad economia avanzata, ma anche e soprattutto di Paesi la cui situazione è più delicata da un punto di vista socio-economico, come ad esempio Cina, Messico e India. Una cosa molto importante è la consapevolezza che i risultati da ottenere non possono essere i medesimi in diverse aree geo-politiche, a causa delle enormi differenze presenti nei contesti di riferimento: a questo proposito si è scelto di puntare su network regionali in cui le imprese abbiano l’opportunità di mettere a punto metodologie di intervento e dare vita ad iniziative di formazione.
“Si tratta di un momento di grandissima valenza sociale a cui noi, che ci occupiamo di previdenza e assistenza, guardiamo con grande soddisfazione- afferma ancora il Presidente Epas Denis Nesci- perché mette in una posizione di maggior favore la categoria dei lavoratori e segna una svolta importante per la cultura d’impresa. È la realizzazione di un impegno ineludibile- dice infine Nesci- in un periodo storico caratterizzato dalla globalizzazione di uomini, lavoro e idee”.