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Torna indietro    da "EPAS NOTIZIE" del 09/06/2010

GLOBAL COMPACT, UN CODICE ETICO PER LE AZIENDE

Nel 1999 l’allora Segretario Generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, lanciava l’iniziativa del “Patto Globale”, al fine di promuovere la cultura della cittadinanza d’impresa e il principio sempre più importante di responsabilità sociale delle aziende; ora, a distanza di 11 anni, l’Onu vara il codice etico che fungerà da guida a tutti coloro che del progetto in questione fanno parte. L’appuntamento è per fine mese a New York, quando si darà vita a un summit mondiale con centinaia di imprese e organizzazioni di vario tipo. Le imprese italiane che aderiscono sono oltre 200.

“La questione etica, fortunatamente, è sempre più al centro delle logiche aziendali- dice Denis Nesci, Presidente Nazionale del Patronato Epas- ed è sempre più un’importantissima voce per valutare l’efficienza e la competitività di un’impresa. Con queste premesse, l’interesse dell’Onu per le tematiche ad essa connesse- aggiunge il Presidente Nesci- non può che rappresentare il logico sbocco di un percorso difficile ma che, finalmente, pare giunto a compimento: quello cioè che inserisce la responsabilità sociale, con tutto ciò che essa implica, al centro delle strategie aziendali”.

Il principio di base, troppe volte trascurato in passato, è che globalizzazione e sostenibilità possano, anzi debbano, andare di pari passo: l’economia di mercato non può più permettersi il lusso di trascurare l’etica, per cui è chiamata a mettere sempre in primo piano valori imprescindibili come il rispetto dei diritti umani, la tutela dell’ambiente, i diritti dei lavoratori, la lotta alla corruzione. La convinzione generale diventa dunque quella secondo cui i mercati possono crescere solo in società sane.

Il sistema Global Compact mira ad assumere un ruolo particolare all’interno di questa logica, e le potenzialità di questo progetto sono testimoniate dal fatto che ad esso aderiscono aziende europee, americane, di Paesi ad economia avanzata, ma anche e soprattutto di Paesi la cui situazione è più delicata da un punto di vista socio-economico, come ad esempio Cina, Messico e India. Una cosa molto importante è la consapevolezza che i risultati da ottenere non possono essere i medesimi in diverse aree geo-politiche, a causa delle enormi differenze presenti nei contesti di riferimento: a questo proposito si è scelto di puntare su network regionali in cui le imprese abbiano l’opportunità di  mettere a punto metodologie di intervento e dare vita ad iniziative di formazione.

“Si tratta di un momento di grandissima valenza sociale a cui noi, che ci occupiamo di previdenza e assistenza, guardiamo con grande soddisfazione- afferma ancora il Presidente Epas Denis Nesci- perché mette in una posizione di maggior favore la categoria dei lavoratori e segna una svolta importante per la cultura d’impresa. È la realizzazione di un impegno ineludibile- dice infine Nesci- in un periodo storico caratterizzato dalla globalizzazione di uomini, lavoro e idee”.


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