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Torna indietro    da "EPAS NOTIZIE" del 05/08/2010

PROTOCOLLO D'INTESA CONTRO IL LAVORO NERO

Il lavoro nero rappresenta per tutto il Paese un notevole spreco di denaro, nonché l'esercizio di un’attività che infrange il diritto fiscale; la legge sanziona pesantemente tale reato, cercando di ristabilire i principi di legalità a cui il sommerso si oppone.

Uniti nella lotta che  vede come obiettivo comune quello di sconfiggere il lavoro illegale, il Ministero del Lavoro, l’Agenzia delle Entrate, l’Inps e l’Inail, rispettivamente nella figura del ministro Maurizio Sacconi, del direttore Attilio Befera e dei presidenti Antonio Mastrapasqua e Marco Fabio Sartori, hanno firmato ieri un protocollo d’intesa che permette la condivisione delle informazioni necessarie per una efficace lotta al sommerso, in modo tale da avviare un metodo di lavoro che agevoli l’attività ispettiva, in quanto importantissimo strumento di rilevazione della violazione della legge. L’accordo si protrarrà per tre anni, ma sarà comunque possibile il rinnovo.

“Le misure a tutela della legalità- dice il Presidente Nazionale del Patronato Epas, Denis Nesci- continuano ad essere messe in atto da Istituzioni ed enti operanti nei diversi settori della nostra società, al fine di migliorare la situazione presente nel nostro Paese. A tal proposito- aggiunge Nesci- il nostro Patronato non può che esprimere la propria soddisfazione per il modo in cui vengono create sinergie di questo tipo nell’interesse dei cittadini e del rispetto della legalità”.

I servizi di fornitura e di accesso ai dati saranno regolati da convenzioni di cooperazione informatica. I dati forniti da ciascun ente saranno in particolare: dati anagrafici e dichiarativi, richieste del Durc, nomi e cognomi dei lavoratori che fruiscono di trattamenti di sostegno al reddito e aziende che beneficiano di interventi di Cig. Tutti gli organi aderenti al protocollo saranno a conoscenza, inoltre, del calendario delle ispezioni e dei verbali ispettivi, dei dati riferiti al cassetto previdenziale, delle informazioni di interesse emerse in sede di accertamento fiscale.

Se da un lato le parti si fanno carico dei costi che scaturiscono dall'attuazione del protocollo, dall’altro è inevitabile riconoscere il risparmio, non solo in termini di denaro, ma anche e soprattutto di tempo, che ne consegue. Il controllo incrociato che deriva dall’attuazione del progetto rappresenta una fonte di sicurezza, riuscendo a fornire dati riguardo gli indicatori di rischio in modo sempre più preciso, tracciando in modo anticipato la possibile corsa ispettiva da seguire, grazie alla moltitudine di informazioni acquisite.

“La lotta al lavoro sommerso è una delle priorità più importanti- dice ancora il Presidente del Patronato Epas- e l’intensificarsi di questo tipo di attività per combattere una delle peggiori piaghe sociali d’Italia testimonia la volontà di cambiare registro in tanti ambiti della vita del nostro Paese. Occorre sicuramente- continua Denis Nesci- un lavoro deciso e di qualità, capace soprattutto di operare nel senso di un cambio di mentalità che sappia valorizzare la cultura della legalità come valore di tutti, in primis di ogni singolo cittadino”.

 


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