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“Tutelare i cittadini è un obiettivo prioritario per noi e per tutti gli enti impegnati nel complesso ramo della previdenza- dice Denis Nesci, Presidente Nazionale del Patronato Epas- e per fare in modo che chi ne abbia diritto possa avere accesso alle prestazioni previdenziali stabilite per legge è necessario combattere con decisione tutti i fenomeni di abuso esistenti nel settore: ogni persona che si appropria di un beneficio che non gli spetta danneggia quelle persone che invece ne avrebbero diritto”.
Queste le affermazioni di Denis Nesci per quel che riguarda la continua lotta intrapresa dalle istituzioni al fine di garantire il rispetto delle norme inerenti alle prestazioni erogate in campo previdenziale ai cittadini, e che si sta cercando di portare avanti con forza e nell’interesse della collettività.
Invalidità e vecchiaia dei lavoratori di ogni natura e di ogni genere sono i pilastri su cui si erge l’azione previdenziale dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale; l’ente si pone da sempre come punto di riferimento per tali figure, fornendo loro prestazioni assicurative ed assistenziali laddove il diritto lo richieda, provando a garantire loro quella tutela che uno Stato di diritto non può esimersi dal mettere in atto. Per realizzare questo imprescindibile diritto è importante cercare di limitare al minimo i casi in cui il beneficiario di dette prestazioni previdenziali ne usufruisce senza avere alcun titolo per farlo.
Ormai da troppo tempo però il tema dei falsi “poveri” a volte, e dei falsi “invalidi” altre, si fa portavoce di un malcostume sociale sempre più diffuso, con innumerevoli casi di truffa e di inganno. L’Inps ancora una volta si trova a dover combattere il fenomeno dell’evasione fiscale con determinazione e senso del dovere, e a tal proposito ecco arrivare multe fino a 5mila euro per chi ha goduto di prestazioni Inps senza averne diritto.
Nello specifico si tratta di aver ricevuto prestazioni sociali agevolate legate al reddito, agli assegni familiari, all’assistenza domiciliare, ai contributi per affitti e alle borse di studio senza essere, però, nella posizione di poterne beneficiare. Le sanzioni che verranno applicate sono previste nel decreto legge del 30 luglio 2010, relativo alla manovra sulla stabilizzazione finanziaria e la competitività economica richiesta dall'Ue. La collaborazione tra il Ministero del Lavoro, l’Agenzia delle Entrate, l’Inps e l’Inail, stipulata di recente in un protocollo d’intesa, è risultata un’arma vincente al fine di ottenere, scambiare ed analizzare le informazioni utili a vigilare sull’andamento fiscale e previdenziale della società.
“Al lavoro svolto dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale non può che andare il nostro plauso- afferma ancora il Presidente Nazionale Epas, Denis Nesci- per la costanza e l’efficacia con cui questa lotta viene portata avanti. Speriamo che significativi risultati si raggiungano soprattutto per quel che riguarda l’educazione sociale dei cittadini- aggiunge Nesci- perché un cambiamento di mentalità improntato ad una concreta presa di coscienza di chi si appresta a richiedere determinate prestazioni previdenziali semplificherebbe moltissimo il lavoro portato avanti dalle istituzioni e permetterebbe a chi ne ha diritto di usufruire di strumenti molto importanti”.