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Il futuro è già iniziato: questo è il messaggio che salta fuori dall’attuale periodo di transizione, soprattutto per quel che concerne l’universo dell’economia che, per forza di cose, coinvolge tantissimi altri mondi, dal lavoro alle nuove tecnologie, dalla politica all’istruzione. Ne consegue che, nella speranza di veder concretizzarsi con sempre maggior forza e celerità quelli che al momento appaiono come segnali (magari flebili e scostanti, ma comunque reali) della tanto agognata ripresa economica, è più che mai necessario dar fondo a tutte le risorse esistenti per far ripartire quella complessa macchina che è il mercato.
“Le nuove sfide produttive dovranno basarsi sulla formazione e sull’acquisizione di competenze dei lavoratori fin dagli anni della scuola- è il pensiero di Denis Nesci, Presidente Nazionale del Patronato Epas- per cui diventa sempre più importante strategicamente puntare sull’orientamento e sulla formazione per preparare al meglio i lavoratori di domani. Ciò ovviamente- continua Nesci- non vuol dire che la scuola debba perdere la sua funzione fondamentale e che debba diventare una sorta di succursale del mondo del lavoro, ma al contrario, rafforzando il proprio ruolo e allargando le sue competenze dovrà assumere un’importanza sempre crescente nel nostro sistema”.
Le parole del Presidente dell’Epas esprimono chiaramente quella che è una sensazione comune, vale a dire che la scuola deve cogliere le sfide della modernità stringendo sempre più i cordoni che la legano all’universo occupazionale, senza però divenire la sorella povera del mondo del lavoro: semplicemente l’istruzione deve sempre più prevedere momenti di formazione professionale, abituando nello stesso momento gli studenti a quel mondo del lavoro che oggi, troppo spesso, appare eccessivamente distante dalle competenze acquisite tra i banchi. Le sperimentazioni in tal senso forniscono già dati abbastanza incoraggianti, poiché sul sito dell’Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica (Ansas) sono già presenti oltre 300 documenti, raggruppati per area tematica.
In un momento in cui la scuola è chiamata a recitare dunque una parte di primissimo piano nel rilancio economico del Paese, l’incertezza sul futuro regna tra i giovani, indecisi circa la strada da intraprendere per provare ad assicurarsi un futuro quantomeno sereno: visto il periodo storico attuale è improbabile riuscire a formulare previsioni e ipotesi affidabili, per cui molto spesso la soluzione indicata è quella degli istituti tecnici, in grado di abbinare la preparazione tipica dei vari corsi di studio all’apertura di una sorta di corsia preferenziale per accedere al mondo del lavoro.
“I dubbi che assalgono sempre più i giovani di oggi- afferma ancora il presidente Epas Nesci- sono comprensibili e meritano un approfondimento. La crisi ha lasciato strascichi pesanti minando tante certezze, ma spero che le generazioni chiamate oggi a misurarsi col mondo della scuola- conclude Denis Nesci- non si perdano d’animo e abbiano al contrario la forza e la volontà per maturare quella preparazione indispensabile per misurarsi, fra qualche anno, col mondo del lavoro in maniera brillante”.