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“Valutare l’intera economia di un Paese basandosi unicamente sulle indicazioni fornite dal PIL- afferma Denis Nesci, Presidente Nazionale del Patronato Epas- è un sistema che non appare più infallibile, soprattutto alla luce di ciò che è accaduto con l’esplosione della crisi economica. La complessità sempre crescente delle relazioni internazionali -aggiunge Nesci- e la necessità di arrivare a una situazione complessiva in tempi più rapidi, in modo da favorire l’adozione di provvedimenti tempestivi, fanno sì che si cerchino altri dati da affiancare a quelli forniti dal prodotto Interno Lordo”.
La ricerca di nuovi numeri capaci di fornire indicazioni importanti circa il benessere delle varie nazioni è sempre più intensa, e questa nuova ribalta conseguita dalle cifre è la cornice in cui va ad incastrarsi la prima Giornata mondiale della Statistica, prevista per domani, mercoledì 20 ottobre 2010. È stata l’Organizzazione delle Nazioni Unite a indire questo appuntamento che coinvolgerà le istituzioni statistiche di qualcosa come 190 Paesi, con lo scopo di fornire informazioni sempre più veritiere ed attendibili e rafforzare la fiducia del pubblico verso i dati forniti dalle istituzioni, fiducia messa a dura prova dalla catastrofe economica rappresentata dalla recessione. I nuovi indicatori verranno verosimilmente resi noti ufficialmente nel maggio del 2011 durante l’incontro ministeriale dell’Ocse, in cui si riuniranno 33 nazioni. Oltre alla ricchezza, dunque, verranno valutati altri fondamentali indicatori, come ad esempio il valore della produzione domestica, dai lavori di casa alla cura dei bambini, o i dati relativi alla salute, in riferimento magari al tasso di obesità e a quello di mortalità.
La necessità di reperire dati il più possibile tempestivi, esatti e rigorosi è assolutamente inderogabile, ed è fondamentale che i cittadini capiscano questo per comprendere come i grandi investimenti fatti dai diversi governi per le statistiche siano non solo opportuni, ma irrinunciabili: soltanto fotografando in maniera il più possibile realistica la situazione di un dato Paese è possibile capire dove e in che modo intervenire per migliorarne il livello di benessere.
“Sviluppare la capacità di avere una grande quantità di dati affidabili e quella di saperli leggere è un’urgenza sempre più impellente per tutti i Paesi- sostiene sull’argomento il Presidente Nazionale Epas- tanto più dopo la dura lezione impartitaci dalla grave crisi economica. E reputiamo che sia parimenti importante estendere questa ricerca di cifre sempre più precise anche nell’ambito della cooperazione internazionale, in modo tale da poter disporre- aggiunge Denis Nesci- di una banca dati mondiale che funga da riferimento per tutti i governi”.