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Torna indietro    da "EPAS NOTIZIE" del 02/11/2010

GREEN ECONOMY SEMPRE PIÙ "ROSA"

“La crisi economica è ancora una realtà tristemente attuale per il nostro Paese, alle prese con percentuali molto alte relative ai livelli di disoccupazione e con l’enorme difficoltà di garantire ai giovani un futuro caratterizzato da qualche certezza; quello che occorre è sicuramente individuare dei settori capaci di attirare investimenti importanti, trainare la ripresa e favorire l’occupazione”.

Così si esprime Denis Nesci, Presidente Nazionale del Patronato Epas, relativamente all’eredità lasciata dalla recessione economica e alle strade per far ripartire l’economia del nostro Paese, investito in pieno, come tante altre nazioni, dal ciclone della crisi. La necessità di puntare su alcuni settori capaci di rimettere in moto la macchina economica appare evidente, e nell’insieme di attività che sembrano poter avviare un nuovo corso un ruolo di grande importanza può essere ricoperto dalla Green Economy. A tale proposito è comunque indispensabile una premessa di carattere tecnico: parlando di Green Economy non ci si riferisce solamente alle energie rinnovabili, ma si intende una vasta gamma di lavori che spaziano dal risparmio energetico alla raccolta differenziata, dalla lotta all’inquinamento alle attività riconducibili all’analisi dell’impatto ambientale, passando pure per la bioagricoltura e le biotecnologie.

Allargando il campo concettuale in cui far rientrare i settori riconducibili al settore ambientale si può fare dunque riferimento a mercati molto diversificati in grado di valorizzare molteplici risorse e di dar vita a prospettive di crescita molto numerose. Diverse stime fatte da addetti ai lavori sostengono che i posti creati dagli investimenti nella Green economy potrebbero aggirarsi intorno ai 200mila, arrivando anche a 250mila; si tratta di cifre molto significative, che giustificano le grandi aspettative che l’economia italiana riversa su un settore che appare decisamente in crescita.

Un aspetto molto significativo nello sviluppo del settore ambientale è la possibilità di allargare le competenze spettanti al settore femminile, un po’ trascurato: al riguardo si punta soprattutto sull’assegnare alle donne i ruoli di staff, come ad esempio quelli inerenti l’organizzazione, l’amministrazione e la progettazione. Le competenze richieste sono molto variegate, poiché viene richiesta la laurea in materie umanistiche o in economia, oppure in giurisprudenza; tuttavia, anche titoli in ingegneria elettrica, elettronica, ambientale, chimica e civile possono rappresentare un valido pass per intraprendere una carriera nel mondo della Green economy.

“Le donne hanno dimostrato di poter apportare un contributo di assoluto valore in tutti i settori del mondo occupazionale- afferma Denis Nesci- per cui crediamo che sia doveroso coinvolgere in maniera più decisa le lavoratrici nel processo di sviluppo di un settore che può davvero essere fondamentale per la nostra economia. Le sfide per il futuro sono tante e tutte molto delicate, e pensare di affrontarle senza puntare sulle grandi capacità delle donne- conclude il Presidente Nazionale dell’Epas- è assolutamente fuori luogo”.


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