Ente di Patronato e di Assistenza Sociale
Via Giovanni Giolitti, 212/C - 00185 Roma
Tel. 06.4818918 - Fax 06.48976812 - [email protected]
Numero Verde 800 029661

 I Vostri diritti sono i Nostri doveri!

»Home »News
»Chi siamo »link utili
»Attività »Cookie Policy
»Privacy Notice
WISTLEBLOWING Amministrazione Trasparente
sabato 3 maggio 2025    Italiano Francese English Spagnolo Tedesco
x-CHIUDI
Indietro  Stampa  Stampa PDF    A | A | A |
Torna indietro    da "EPAS NOTIZIE" del 14/12/2010

LAVORO, PERSISTONO LE DIFFERENZE DI GENERE
“La questione delle differenze di genere come discriminante per l’assegnazione di cariche- dice Denis Nesci, Presidente Nazionale del Patronato Epas- è ancora attuale, e purtroppo non solo come fenomeno che presenta pochissimi e trascurabili casi isolati da stigmatizzare, ma come realtà abbastanza diffusa. Fino al giorno in cui saremo costretti ad affrontare questi argomenti e a fare i conti con statistiche relative a questo tema- aggiunge Nesci- non potremo affermare che abbiamo colmato una lacuna figlia di altri tempi, tempi che ormai sarebbe opportuno lasciarsi definitivamente alle spalle”.

Il pensiero inequivocabile espresso dal Presidente Epas Denis Nesci sintetizza le reazioni legate al persistere di sostanziali squilibri in ambito professionale, specialmente per quel che concerne ruoli di grande responsabilità, sia a livello di aziende private, sia (soprattutto) relativamente all’universo della pubblica amministrazione. Analizzando con maggiore precisione la realtà lavorativa italiana, emerge come tra i dirigenti della cosiddetta prima fascia meno di un quarto (il 24%) appartiene al mondo femminile, e che negli uffici di diretta collaborazione dei ministri, i capi di gabinetto sono tutti uomini; ma c’è dell’altro, poiché nel momento in cui le donne, superando difficoltà molto più consistenti di quelle incontrate dai colleghi uomini, riescono a raggiungere una posizione di vertice, hanno una retribuzione che può essere inferiore anche del 20% rispetto a quella dei colleghi uomini, pur svolgendo le medesime mansioni.

Oltre alle difficoltà nell’arrivare a ricoprire gli stessi ruoli degli uomini, e alle disparità presenti anche a livello strettamente retributivo, le donne devono spesso fare i conti anche con un altro aspetto molto particolare: l’affidamento degli incarichi di vertice per cooptazione, metodo che finisce puntualmente per penalizzarle e che viene considerato lontano dal principio di meritocrazia e più legato ad aspetti corporativi e di affinità di genere. A sostegno di questa tesi intervengono alcuni dati che testimoniano come ai piani più bassi della scala gerarchica, dove il metodo più utilizzato è il concorso pubblico, improntato ad una maggiore logica meritocratica, le disparità di genere si assottigliano fino a scomparire.

“I dati rilevati a proposito dell’accesso ai posti di responsabilità aziendale e nella pubblica amministrazione evidenziano la necessità di intervenire sull’argomento con provvedimenti che sappiano valorizzare i meriti dei candidati- sostiene Denis Nesci- ed è inoltre molto importante il fatto che le retribuzioni per le donne siano equiparate a quelle per gli uomini. Una società davvero meritocratica deve superare di slancio ogni ostacolo legato a retaggi del passato ancora presenti- conclude Nesci- anche perché l’efficienza e i successi in campo professionale non possono essere disgiunti dal concetto di merito e dalle capacità di ogni singolo componente della squadra di lavoro”.

 


Ascolta Ascolta questo testo: (voce maschile) | (voce femminile)
ATTENZIONE! Essendo una versione beta, questo lettore
potrebbe non funzionare correttamente con alcune news


FNA Il Patronato EPAS è un servizio della FNA - Federazione Nazionale Agricoltura