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Torna indietro    da "EPAS NOTIZIE" del 29/12/2010

ARRIVA IL 2011, ECCO LE NOVITÀ PREVIDENZIALI PIÙ IMPORTANTI
Ancora pochi giorni, e il 2010 uscirà di scena per far posto al 2011: quello che volge al termine è stato un anno di grandissime novità, con cambiamenti importanti relativi ai più svariati settori. In quanto ente di patronato, l’Epas pone ovviamente grande attenzione a tutto ciò che si riferisce all’universo previdenziale, soprattutto in considerazione della definitiva approvazione della Legge n.122 dello scorso 30 luglio.

“Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica”: questo il nome del tanto discusso provvedimento che, tra le altre cose, è intervenuto in maniera forte sul sistema pensionistico italiano. E sono proprio le nuove disposizioni in materia di pensione a catturare l’attenzione dei lavoratori, alle prese con le famigerate “finestre a scorrimento” che vanno a sostituire le precedenti finestre di uscita dal lavoro.

“È innegabile che la portata della riforma sia stata notevole- afferma il Presidente Nazionale del Patronato Epas, Denis Nesci- e, inevitabilmente, la maggioranza dei cittadini si è trovata spiazzata dai numerosi cambiamenti apportati. Tuttavia, una volta approvata la legge, è bene valutare la situazione complessiva presente nel nostro Paese, cercando di capire le motivazioni che hanno portato a compiere determinate scelte. Ovviamente- dice ancora il Presidente Nesci- è sacrosanto il diritto di ogni cittadino ad esprimere il proprio dissenso in maniera consona ad un Paese civile, ma è altrettanto importante che ognuno faccia la sua parte per far ripartire la nostra economia, nell’interesse di tutti”.

Dal 1°gennaio 2011, quindi, via al nuovo corso per le pensioni: i lavoratori che matureranno il requisito utile per la pensione dovranno attendere, se lavoratori dipendenti, 12 mesi dal raggiungimento del requisito pensionistico per ricevere la pensione; più lunga l’attesa invece per i lavoratori autonomi, che dovranno aspettare 18 mesi. Riguardo le modalità per arrivare alla maturazione del requisito utile per la pensione di anzianità, è ancora valido il traguardo dei 40 anni di contribuzione, così come il sistema delle quote indicato con la Legge 247/2007: dal 2011, quindi, non basterà più arrivare a quota 95 con almeno 59 anni di età anagrafica e 35 anni di contributi, ma occorrerà aver compiuto 60 anni e arrivare a quota 96, con il limite minimo contributivo che rimane di 35 anni. Per i lavoratori autonomi, invece, serviranno almeno 61 anni di età e il raggiungimento di quota 97.

Riguardo la pensione di vecchiaia, il 2010 ha sancito un cambiamento epocale: l’innalzamento dell’età per la pensione relativamente alle donne del pubblico impiego, in modo tale da equipararla a quella dei colleghi uomini. Tale cambiamento diverrà effettivo dal 1 gennaio del 2012, momento a partire dal quale anche le donne della pubblica amministrazione dovranno aver compiuto 65 anni, a meno che non raggiungano il requisito pensionistico di anzianità (attraverso le quote o con 40 anni di contributi). Per tutto il 2011, invece, le dipendenti pubbliche matureranno il requisito pensionistico di vecchiaia con 61 anni di età.

“L’augurio è che i provvedimenti messi in atto possano davvero aiutare l’Italia a risalire la china dopo un anno pieno di difficoltà- conclude Denis Nesci- e che i cittadini, in quanto lavoratori, pensionati o studenti, possano sentirsi, finalmente, davvero tutelati nella difesa dei propri diritti”.

 


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