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La Giornata Internazionale dell’acqua è stata istituita nel 1992 e faceva parte delle indicazioni contenute nell’Agenda 21, uno dei documenti ufficiali più importanti dello storico Summit della Terra tenutosi a Rio de Janeiro, in Brasile, 19 anni fa e noto come “Conferenza di Rio”; l’evento del luglio ’92 è storico in quanto rappresenta la prima conferenza mondiale dei Capi di Stato sull’ambiente. Ogni 22 marzo dunque si celebra un appuntamento a cui si prova a dare la maggior risonanza possibile, anche se tantissimo rimane ancora da fare a tutti livelli, a partire da quello informativo-comunicativo, attraverso il quale non solo il problema in sé, con tutte le sue complesse problematiche, ma anche le possibili soluzioni e i comportamenti da adottare da parte di ogni singola persona, dovrebbero essere portati a conoscenza in maniera semplice ed immediata. Inoltre sarebbe necessaria una sorta di “educazione al consumo” rivolta già ai bambini nei primi anni di scuola, per far comprendere loro l’enorme ricchezza rappresentata dall’acqua.
Un momento di per sé già così importante acquista un significato molto particolare se inquadrato nell’attuale momento storico del nostro Paese, in una realtà sociale in cui infuria il dibattito sull’opportunità di privatizzare l’acqua, possibilità aspramente criticata da più parti. Si tratta sicuramente di scelte delicate che incideranno sui costi e sulle modalità di approvvigionamento di un bene primario insostituibile, per cui la delicatezza dell’argomento dovrebbe invitare ad una riflessione approfondita sui rischi connessi all’eventuale privatizzazione di quello che viene definito l’oro blu.
“Come ogni volta che si devono prendere decisioni di grande importanza- osserva Densi Nesci- sarebbe augurabile che ognuno avesse una visione a 360° gradi della questione su cui è chiamato ad esprimere un parere, specialmente se l’oggetto di tale discussione è il bene più prezioso che ci sia, vale a dire l’acqua. Ritengo opportuno- prosegue il Presidente Nazionale del Patronato Epas- che tutti siano messi nelle condizioni di operare la scelta che ritengono più giusta attraverso una conoscenza autentica del problema, cercando di limitare al minimo la possibili interferenze di chi ha come obiettivo quello di promuovere i propri interessi senza tutelare i diritti dei cittadini”.
La speranza è che la giornata di oggi possa generare riflessioni e proposte utili per limitare l’enorme gap esistente ancora tra nord e sud del mondo, tra zone in cui l’acqua viene sprecata ed utilizzata spesso senza badare minimamente al risparmio, ed altre in cui il fabbisogno minimo non può assolutamente essere garantito: è giusto ricordare che ogni anno sono ancora milioni le persone che muoiono per malattie e carenze di ogni tipo riconducibili all’impossibilità di accedere all’acqua.