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Per quanto riguarda l’anno in corso, invece, si stima che si verificherà una nuova flessione per via sia dell’applicazione delle cosiddette “finestre a scorrimento” (una delle principali novità introdotte, nel panorama previdenziale, dalla legge n. 122 del 2010) che dell’innalzamento del requisito anagrafico necessario per poter accedere alla pensione che é passato da 59 a 60 anni.
Un dato allarmante che emerge dal Rapporto 2010 é rappresentato dal fatto che oltre la metà dei trattamenti pensionistici (vale a dire il 50,8%), erogati dall’Inps, non arriva alla soglia dei 500 euro mensili ed inoltre, il 79% dei pensionati percepisce un assegno inferiore all’importo di 1.000 euro.
Durante la presentazione del citato studio, Antonio Mastrapasqua (Presidente dell’Inps) ha sottolineato l’esigenza di innalzare l’età pensionabile, con le seguenti parole: “Accanto alla necessità di una crescita economica del sistema c'è una necessità che deve essere ribadita ai giovani e ai meno giovani: bisogna lavorare più a lungo. La fuga dal lavoro é un approccio incompatibile con l'allungamento dell'età anagrafica”. Il Presidente dell’Inps, nel corso del suo intervento, ha quindi messo in evidenza come “le società con i lavoratori più anziani sono quelle che favoriscono l'accesso dei giovani”.