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Torna indietro    da "EPAS NOTIZIE" del 28/07/2011

LOTTA AL CAPORALATO, ECCO IL DDL CONTRO LO SFRUTTAMENTO DEI LAVORATORI
Se questo 2011 ha fino ad oggi presentato una stagione estiva molto meno calda del previsto, non si può dire altrettanto per quel che riguarda la vita politico-istituzionale del nostro Paese, particolarmente infuocata: negli ultimi tempi abbiamo infatti assistito a numerosi confronti, alcuni decisamente sopra le righe e altri comunque caratterizzati da vivaci scambi di battute, oltre che all’approvazione di una nuova importante riforma (la Legge n. 111 datata 15 luglio 2011) contenente disposizioni urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria. Nel calderone di leggi proposte, approvate o bocciate, reputiamo che ci sia un disegno di legge a cui probabilmente è stato dedicato poco spazio sulla pagine dei giornali, soprattutto se si considera l’argomento che tale ddl è proposto a regolamentare: il cosiddetto “caporalato”.

Sull’argomento in questione si è espresso il Presidente Nazionale del Patronato Epas, Denis Nesci, il quale ha affermato: “Quella del caporalato è una piaga sociale diffusissima e dagli effetti devastanti per il concetto di legalità e di rispetto dei diritti dei lavoratori. Il fatto che finalmente i nostri politici si stiano muovendo in questa direzione, per contrastare questo aspetto deleterio del mondo del lavoro- afferma ancora il Presidente Nesci- non può che incontrare la nostra approvazione, e speriamo davvero che questo sia il primo passo per cambiare le cose in Italia relativamente a una delle manifestazioni più aberranti dello sfruttamento”.

Il concetto alla base del provvedimento in esame, firmato da 30 esponenti di tutti gli schieramenti politici, è che lo sfruttamento dei lavoratori è un reato penale, e che pertanto debba essere perseguibile con l’arresto: per i colpevoli le pene previste oscillano dai 5 agli 8 anni di reclusione. A beneficio di chi non abbia molta dimestichezza con la parola caporalato, è bene chiarire che il termine si riferisce agli intermediari che, nei campi e nei cantieri di tutta Italia, sfruttano in maniera illecita l’attività lavorativa di tantissime persone; si calcola che siano centinaia di migliaia le vittime di questo sistema, il quale va inevitabilmente ad intrecciarsi con i fili mossi dalla criminalità organizzata.

“La gravità del fenomeno che si vuole combattere non si limita ai gravi soprusi lavorativi a cui sono sottoposti moltissimi individui- aggiunge Denis Nesci- ma comprende anche una serie di violenze fisiche e psicologiche, di intimidazioni e minacce che rendono ancora più fosco un quadro già abbastanza preoccupante. Molto spesso poi questo mercato nero è legato a filo doppio con la prostituzione, gestita e controllata da organizzazioni criminali profondamente radicate sul territorio. Considerando tutti questi aspetti reputiamo importantissimo il disegno di legge presentato in Senato- conclude il Presidente Nazionale del Patronato Epas- e ci auguriamo che vengano adottate misure di questo tipo in tempi brevi, per consentire all’Italia di fare un passo in avanti importante nel cercare di rilanciare l’economia nostrana, e di compierne uno ancora più deciso verso il rispetto dei lavoratori e delle regole”.


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