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In particolare, c’è stata una notizia che, trapelando, ha finito per innescare una reazione a catena con conseguente polverone mediatico e successivo (se non sicuro, quantomeno altamente probabile) cambiamento di programma: la possibile riapertura delle aule parlamentari in data 13 settembre, rettificata poi a furor di popolo e anticipata al 6 settembre. La questione che ha fatto infuriare gli italiani (si tratta della classica goccia che fa traboccare il vaso, anche se in realtà la misura era già colma da molto tempo) è stato il viaggio in Terra Santa programmato ai primi di settembre: il pellegrinaggio della discordia avrebbe dovuto coinvolgere circa un centinaio di deputati di entrambi gli schieramenti, ma il progetto è stato accantonato per evitare che gli animi dei cittadini, già incandescenti, potessero ulteriormente surriscaldarsi, ipotesi che è facile immaginare si sarebbe verificata.
“Ciò che deve contraddistinguere il delicatissimo momento che il nostro Paese sta vivendo è il senso di responsabilità- afferma Denis Nesci, Presidente Nazionale del Patronato Epas- poiché soltanto con un grandissimo sforzo da parte di tutti si può uscire da una crisi dagli effetti sempre più deleteri per la nostra collettività. Reputiamo pertanto doveroso- aggiunge Nesci- che la nostra classe dirigente dia l’esempio mostrando la volontà di rinunciare a qualcosa per il bene di tutti, specialmente perché è tempo di trovare soluzioni più convincenti per migliorare la quotidianità di milioni di cittadini ai quali, senza sosta, vengono chiesti continui e importanti sacrifici”.
Le parole del Presidente del Patronato Epas illustrano il sentire comune degli italiani: in un momento in cui viene chiesto a tutti di affrontare grandi sacrifici, in cui vengono imposte delle nuove leggi sicuramente penalizzanti per lavoratori e pensionati, in cui in sintesi si fa appello al senso di responsabilità dei cittadini, sicuramente è fondamentale che la politica sappia fungere da guida e da esempio per tutti. E per realizzare questo obiettivo, più che mai necessario in una stagione caratterizzata da una forte disaffezione degli elettori per la propria classe politica, è bene che chi siede in posti importanti abbia l’onestà intellettuale e professionale di mettere il bene comune al di sopra di ogni altra cosa, facendo capire ai cittadini che verrà fatto tutto il possibile per fornire risposte attese da troppo tempo. E in tal senso, almeno simbolicamente, la decisione di rientrare al lavoro il 6 settembre anziché il 13 settembre pare davvero doverosa, così come sarebbe estremamente importante attuare tagli consistenti alle spese e ai privilegi di chi fa politica.
“Per ripartire, il nostro Paese ha bisogno di ricompattarsi- dice Densi Nesci- e l’ideale sarebbe riuscire a trovare una nuova coesione che ruoti attorno a chi opera in funzione del bene pubblico: purtroppo i cittadini hanno un po’ smarrito questa sensazione e tendono a fidarsi sempre meno del mondo della politica. Proprio per questo è necessario che il primo passo venga compiuto da chi ha il potere di intervenire in maniera concreta, ma per poter fare questo serve che la nostra classe dirigente abbia la capacità e la volontà di interpretare in maniera corretta e costruttiva i segnali, sempre più espliciti, lanciati dalla collettività: ridurre le ferie e i privilegi- conclude il Presidente Nazionale del Patronato Epas- può essere un’idea felice per realizzare questo obiettivo”.