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Torna indietro    da "EPAS NOTIZIE" del 31/08/2011

LAUREA E MILITARE PROBABILMENTE FUORI DAL CONTEGGIO PER ARRIVARE AI 40 ANNI DI CONTRIBUTI
“Purtroppo non si esauriscono gli interventi previdenziali- afferma Denis Nesci, Presidente Nazionale del Patronato Epas- e continua la stagione di grande incertezza per milioni di lavoratori e pensionati, sempre più in difficoltà nel cercare di comprendere quale sarà il loro immediato futuro. Il problema dell’incertezza però- sostiene Nesci- tocca purtroppo anche il futuro a lungo termine delle pensioni, poiché ad oggi è praticamente impossibile capire cosa dovranno aspettarsi i lavoratori che hanno iniziato da poco la propria carriera professionale. Speriamo che al più presto le ombre in ambito previdenziale possano diradarsi e che finalmente venga fatta chiarezza su diversi aspetti”.

Il Decreto n. 138 del 13 agosto scorso, contenente i dettami della cosiddetta Manovra-bis, è ancora al centro dei dibattiti politici di questa estate quanto mai infuocata dal punto di vista normativo, specialmente in riferimento al capitolo pensioni. Le notizie nelle ultime settimane continuano a susseguirsi senza soluzione di continuità, coinvolgendo di volta in volta diverse porzioni di soggetti economici, di persone, di contribuenti; l’ultima proposta, che ad oggi pare destinata ad avere successo, è quella di escludere dal conteggio per arrivare ai 40 anni di contribuzione i periodi riscattati relativi al servizio militare e alla laurea. Si tratta di un intervento che, se valutato superficialmente, sembra meno iniquo di tante altre possibili strade da intraprendere per ridurre il deficit pubblico, e la cui portata può apparire quasi trascurabile: in realtà questa scelta potrebbe innescare meccanismi  sicuramente importanti.

Bisogna innanzitutto considerare che chi decide di riscattare gli anni del periodo universitario lo fa proprio per inserirli nel conteggio relativo al raggiungimento del requisito dei 40 anni di contribuzione, e soprattutto che questa scelta comporta un esborso notevole da parte dell’interessato, tanto che non sono pochi i cittadini che ricorrono a un finanziamento e che decidono di rateizzare una spesa altrimenti al di fuori della portata delle proprie tasche: affrontare una spesa di questa portata è una scelta importante che presuppone la volontà di investire sulla propria carriera universitaria anche in ambito previdenziale. Va da sé che la proposta di abolire dal conteggio per raggiungere i 40 anni di contributi gli anni della laurea implicherebbe per questi lavoratori un prolungamento di 4-5 anni (che per alcune categorie, come i medici, rischia di superare i 10 anni) del proprio percorso lavorativo, ma anche e soprattutto renderebbe praticamente inutile la spesa sostenuta da molte famiglie per questo tipo di investimento.

Il fatto che questi anni riscattati andranno ad influire comunque sull’importo dell’assegno pensionistico è sicuramente una magra consolazione, ed è un aspetto che non giustificherebbe affatto la decisione di affrontare una spesa del genere da parte di chi si è laureato; inoltre, da un punto di vista strettamente tecnico, va chiarito che i contributi degli anni riscattati potranno essere utili ai fini del calcolo pensionistico solo per chi andrà in pensione col sistema contributivo, mentre chi andrà in pensione usufruendo del requisito dei 40 anni di contributi (vale a dire i lavoratori toccati da questa novità) farà riferimento al sistema retributivo, per cui non servirà a nulla versare altri contributi.

“In un momento del genere, pieno di difficoltà- è il pensiero di Denis Nesci- è praticamente impossibile non prendere decisioni impopolari, per cui bisogna partire dal presupposto che gli sforzi da compiere sono inevitabili e non più rinviabili. D’altra parte però- conclude il Presidente Nazionale del Patronato Epas- speriamo davvero che si trovi il modo di ridistribuire in maniera equa questi sforzi, attraverso soluzioni che possano incidere in maniera agile e immediata sugli sprechi e sui costi della politica, senza dover per forza attendere modifiche costituzionali, i cui tempi saranno inevitabilmente lunghi”.


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