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“Non si placano le voci che invitano l’Italia a prender coscienza del fatto che il piano dell’ultima manovra potrebbe non esser sufficiente- è la constatazione di Denis Nesci, Presidente Nazionale del Patronato Epas- e che è molto concreta la possibilità di un nuovo intervento in tempi brevi. Ben vengano le misure atte a ristabilire il pareggio di bilancio, ma crediamo fermamente che sia doveroso iniziare a pensare anche alla necessità di intraprendere un reale cammino di crescita, stimolando occupazione ed economia con provvedimenti anche coraggiosi. È il momento di dare un’immagine del nostro Paese di nuovo credibile e convincente- aggiunge Nesci- attraverso iniziative imprenditoriali e politiche degne di nota”.
Borse, mercati, mondo del lavoro, della formazione e della previdenza: niente sfugge al ciclone della crisi, che periodicamente pare allentare la presa e rientrare tra i fenomeni socio-economici che è possibile tenere sotto controllo, seppur a fatica, e che poi rivela invece sempre un nuovo volto, creando continue metastasi che aggrediscono via via diversi settori dell’economia mondiale, mai apparsa così fragile e vulnerabile come negli ultimi anni. Le ultime allarmanti notizie, riguardanti l’inaspettato nuovo rallentamento economico fatto registrare dal Vecchio Continente, hanno subito alimentato altre preoccupazioni: la Commissione Europea raccomanda dunque di porre attenzione a queste novità, e ovviamente l’Italia è sempre al centro del mirino per via di un debito pubblico che si fa tremendamente fatica a riassorbire, nonostante l’approvazione ormai prossima della manovra-bis di agosto. Ma tutto ciò potrebbe non bastare, poiché non è affatto da escludere la necessità di correggere nuovamente il tiro con ulteriori interventi tesi ad accelerare quel processo che, si spera, possa portare in tempi brevi al raggiungimento del pareggio di bilancio.
Il ricorso frequente a manovre correttive, unitamente al tentativo di perseguire il difficile obiettivo del risanamento dei conti pubblici senza poter puntare in maniera concreta su politiche di crescita, fa sì che il mercato non riponga grande fiducia nei confronti della nostra economia, come si può dedurre dai numerosi alti e bassi registrati in borsa. È proprio l’assenza di interventi efficaci mirati alla ripresa economica il vero nodo da sciogliere: i mercati detengono una grossa parte di quello che è il nostro debito pubblico, e per convincerli è di vitale importanza riuscire a dare all’esterno un’immagine di credibilità e di efficienza, cosa che le diverse manovre hanno fatto solo in parte. Ma la credibilità del nostro Paese è fortemente minata anche dagli innumerevoli problemi legati alla nostra classe politica, agli scandali che coinvolgono i rappresentanti delle nostre istituzioni e alla sensazione sempre più diffusa e difficile da contestare che la fiducia degli italiani nei confronti del mondo politico è al minimo storico.
“Come abbiamo avuto modo di affermare già più volte negli ultimi mesi- dice ancora il Presidente Nazionale del Patronato Epas- il livello di fiducia degli italiani in chi li rappresenta non è di certo elevato, e le persone si sentono sempre più distanti dal mondo politico, a cui guardano con diffidenza sempre più preoccupante. I ripetuti sacrifici richiesti a lavoratori e pensionati, a fronte di molti privilegi spettanti a chi sta al potere, che continuano a resistere nonostante numerose proposte avanzate, di sicuro allontanano sempre più la gente comune, laddove sarebbe auspicabile invece che gli italiani potessero individuare nei propri governanti dei punti di riferimento sicuri e affidabili. Siamo sempre dell’opinione- continua Denis Nesci- che occorra mettere in atto un intervento deciso a favore della crescita, dell’istruzione e delle imprese, che si debbano favorire gli investimenti e che si assumano anche i rischi del caso per non limitarsi al seppur difficile compito di risanare i conti pubblici, poiché la crescita rappresenta senza ombra di dubbio un obiettivo altrettanto urgente ed importante. E continuiamo a pensare-conclude il Presidente Epas- che il primo passo per riacquistare la fiducia della gente e dei mercati sia legato all’assunzione, da parte dei rappresentanti delle istituzioni, di comportamenti responsabili e improntati al dovere sociale e politico, a partire dall’abbandono dei troppi privilegi che ancora rimangono legati in maniera ingiustificabile a moltissime cariche politiche e istituzionali: oltre ad avere una valenza strettamente economica, e ovviamente per nulla trascurabile, un comportamento virtuoso in tal senso sarebbe inoltre un segnale di grandissimo valore simbolico per tutti, e contribuirebbe di sicuro a dare una nuova idea al concetto di politica, realtà più che mai bisognosa di rimettersi in discussione e di crearsi un’immagine diversa, più a misura di cittadino”.