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La crescita non deve quindi apparire come un miraggio, ma come un traguardo al momento difficile ma non irraggiungibile. A rafforzare l’idea di una via d’uscita lontana ma percorribile interviene anche il contributo apportato da particolari occasioni, come ad esempio la conferenza bilaterale Italia-Brasile organizzata presso l’ambasciata italiana nel Paese Sudamericano che ha visto la partecipazione del direttore Generale della Banca d’Italia e di esponenti dell’Abi, oltre che di manager ed economisti di grande importanza.
“La recessione continua a farsi sentire in maniera implacabile- afferma il Presidente Nazionale Epas, Denis Nesci- ed è una realtà difficile con cui sicuramente dovremo continuare a fare i conti: ad ogni modo però esistono diverse voci positive nel nostro Paese e abbiamo l’obbligo di guardare ad esse con fiducia e coraggio per il bene di tutti. Questo è il momento giusto per puntare con decisione ai nostri punti di forza- aggiunge Nesci- per garantire a noi stessi e alle generazioni future un domani all’altezza di un Paese come il nostro”.
A corroborare le tesi che invitano a sperare in un’inversione di tendenza intervengono fattori importanti che testimoniano come esistano dei punti di riferimento a cui aggrapparsi per migliorare la situazione attuale. In primo luogo emerge un fatto da tenere in grande considerazione, ossia la vitalità del nostro export, capace ancora di sostenere l’attività economica con grande efficacia; inoltre, nel confronto internazionale traspare come le famiglie e le imprese nostrane siano relativamente poco indebitate. Ovviamente ogni possibile ripresa dovrà poter contare su riforme capaci di dettare regole importanti, continuando in primis a migliorare la situazione dei conti pubblici, secondo la strada intrapresa ad esempio con la riforma previdenziale. Occorre poi migliorare in maniera decisa la qualità dei servizi pubblici, in particolar modo al Sud, perseverare nella lotta all’evasione e ridurre gli ostacoli che si frappongono alla crescita dimensionale delle imprese. Realizzando tutti gli obiettivi previsti, non si esclude che, dopo un’ulteriore flessione prevista per quest’anno (stimata intorno all’1,5%), nel 2013 il Prodotto Interno Lordo italiano possa crescere quasi di un punto.
“Come ogni processo storico anche la recessione attuale è destinata a terminare- dice il Presidente Nazionale del patronato Epas- ma è nostro compito riuscire ad accelerare questo processo e far ripartire l’economia. È dunque doveroso continuare lungo la strada dei progressi fatti registrare in diversi settori- conclude Nesci- e non arrendersi davanti alle grandi difficoltà che ancora ci troveremo a dover affrontare”.