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Torna indietro    da "EPAS NOTIZIE" del 11/07/2012

RAPPORTO OCSE: PRECARIETÀ PER UN GIOVANE SU DUE
Tra le tante problematiche, frutto del difficile periodo economico che l’Italia sta vivendo, la piaga della disoccupazione continua ad essere in cima alle preoccupazioni di tutti, in quanto la percentuale delle persone senza lavoro continua ad aumentare.
In occasione dell’ultimo rapporto Ocse emergono dati allarmanti: se da una parte i tassi restano tra 3,5% e 5,5% in Australia, Austria, Giappone, Corea, Lussemburgo, Messico, Olanda, Norvegia e Svizzera, e dall'inizio della crisi scendono sensibilmente in Germania passando dal 8,2% del dicembre 2007 al 5,6% al maggio 2012, in riferimento al 2012 nove Paesi dell'area Ocse (Estonia, Francia, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Portogallo, Repubblica Slovacca, e Spagna) hanno invece una disoccupazione a due cifre. A preoccupare maggiormente sono le previsioni relative a questo autentico dramma sociale che stenta a risanarsi ed al contrario fa intuire ulteriori peggioramenti: la disoccupazione in Italia, infatti, dovrebbe salire dal 8,4% del 2010 al 9,9% nel 2013. Tra le categorie più colpite troviamo le giovani donne italiane, il cui tasso di disoccupazione è passato dal 29,4% al 32,1%, mentre quello degli uomini dal 27,9% è salito al 29,1%.

Per risanare la situazione in cui tutti siamo spettatori, e molti purtroppo attori, sarebbe necessario “creare”  14 milioni di posti di lavoro. Per i meno qualificati sembrerebbe ancora più complicato riuscire a trovare un’occupazione: incertezza e precarietà investono un giovane su due.

“Siamo al cospetto di dati che esprimono una situazione gravissima –è il pensiero del Presidente Nazionale del Patronato Epas, Denis Nesci-  se si pensa che i nostri giovani rappresentano il nostro futuro. Il mercato del lavoro è una macchina molto complessa ed in continua evoluzione pertanto non possiamo permettere che arresti la sua corsa ora che l’economia globale ne ha più bisogno: il lavoro e una collettività sempre più ampia, di respiro appunto mondiale, sono infatti fattori strettamente interconnessi, per cui il benessere di tutti –continua Nesci- è legato a dinamiche che devono essere per forza indirizzate verso un’altra direzione”.

Continua la ricerca del lavoro per molti cittadini, passano mesi ed a volte anni; è infatti cresciuto anche il numero delle persone disoccupate da almeno due anni, dallo 0,9% dell'inizio della crisi al 1,5% nel quarto trimestre del 2011. Le condizioni contrattuali risultano sempre meno capaci di fornire garanzie a chi si trova nell’universo occupazionale, tant’è vero che proprio questo aspetto è uno dei motivi per cui più facilmente i giovani italiani si ritrovano senza lavoro in periodi di crisi economica: a tal proposito va rimarcato che sono infatti in aumento i contratti temporanei, preferiti per il 49,9% delle assunzioni.
 


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