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Torna indietro    da "EPAS NOTIZIE" del 09/08/2012

LA SPENDING REVIEW è ORA LEGGE
Con 371 sì, 86 no e 22 astensioni il decreto sulla spending review è stato convertito in legge.
Nonostante le modifiche apportate dal Senato, restano stabili le condizioni predefinite per quanto riguarda i tagli alla spesa pubblica: 4,5 miliardi quest'anno, 10,5 il prossimo e 11 nel 2014. Con il decreto sulla spending review si aggiungono ai precedenti 65mila salvaguardati ulteriori 55mila lavoratori esodati. Scendendo nello specifico, vengono inclusi 40mila lavoratori collocati in mobilità in base ad accordi collettivi siglati entro il 31 dicembre scorso, 7.400 lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria dei versamenti previdenziali che hanno lasciato l’azienda prima del 4 dicembre 2011 e che maturano i requisiti per l’accesso alla pensione entro 36 mesi dalla riforma, e fra questi, saranno inclusi inoltre, 6.000 lavoratori licenziati per effetto di accordi individuali stipulati per crisi aziendale che matureranno i requisiti pensionistici,  ante-riforma, tra i 24 e i 36 mesi prossimi, ed infine, 1.600 lavoratori  del settore finanziario e bancario aventi diritto ad accedere ai fondi di solidarietà di settore.
Effettuando una panoramica all’interno della legge si nota, tra i diversi settori interessati, l’aumento delle tasse universitarie per coloro che saranno fuoricorso, ma d’altra parte è previsto un blocco delle tasse per i meno abbienti fino al 2016. Numerose riduzioni sono previste soprattutto nella PA, dove verrà effettuata una riduzione del 20% dei dirigenti pubblici e del 10% del personale non dirigente. Nel comparto scuola continuano a trovare applicazione le specifiche discipline di settore; nelle modifiche introdotte al Senato si apre una finestra per il pensionamento di un’aliquota di insegnanti che maturino i requisiti pre-riforma entro la fine di agosto.
 

A tal proposito il Presidente Nazionale del Patronato Epas, Denis Nesci afferma: “Si tende ad interpretare la spending review come un processo restrittivo e per questo estremamente rigido; e se è vero che stiamo partecipando ad un ridimensionamento della spesa pubblica, la natura del provvedimento ha in se obiettivi volti a garantire un sistema pensionistico che non escluda nessuna categoria e non ritardi eccessivamente la tanto attesa pensione. Da parte nostra ci aspettiamo che gli sforzi fatti da tutti i cittadini italiani possano nel più breve tempo possibile toccare con mano i frutti preposti dalla riforma.”


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